Paura dell'autismo e vaccinazioni in calo. Appello dei medici

GORIZIA. La Procura di Trani apre un fascicolo sul presunto legame tra autismo e vaccini e fra le famiglie si scatena il panico: alcuni esitano, altri decidono di non vaccinare i loro bambini. «Non è il momento di fare allarmismi, servono dati certi perché i rischi per i bambini non vaccinati sono altissimi» ha commentato il ministro della salute Beatrice Lorenzin. Eppure le conseguenze già ci sono. I dati statistici parlano di un calo delle vaccinazioni del 6-7%, con i conseguenti rischi. In provincia di Udine il calo è più contenuto. «Registriamo una flessione che si aggira sul 3% – osserva Giorgio Brianti direttore del Dipartimento di prevenzione - ma è un dato che preoccupa comunque perché si accumula a quelli degli anni precedenti. È sempre più difficile raggiungere la soglia del 90% per la protezione contro il morbillo ed è più facile che si sviluppino delle piccole epidemie con encefaliti, ricoveri e decessi, che si sono già verificati in passato nelle zone in cui si è registrato un crollo delle vaccinazioni». E sull’argomento, visto che mercoledì si celebrerà la giornata mondiale dell’autismo, interviene la neuropsichiatra Silvana Cremaschi. «L’autismo non ha nulla a che vedere con i vaccini, è un disordine dello sviluppo determinato biologicamente che si traduce in un funzionamento mentale atipico che accompagna il soggetto per tutto il suo ciclo vitale - spiega la Cremaschi -. Viene considerato una sindrome comportamentale - aggiunge – la diagnosi, cioè, si basa su una serie di manifestazioni osservabili, che rappresentano l’espressione di una compromissione nell’interazione sociale reciproca, la comunicazione, gli interessi e le attività». In regione si stima che la popolazione con disturbi dello spettro autistico sia di circa 1.200 persone. Le cause dell’Autismo sono a tutt’oggi sconosciute. Il bambino con diagnosi certa di autismo cresce con il suo disturbo, ma nuove competenze vengono acquisite con il tempo. «La nostra Regione ha collaborato nella stesura delle Linee guida nazionali per la diagnosi e la cura dell’autismo definendo i passi del percorso» aggiunge Cremaschi. I pediatri hanno una formazione specifica per la diagnosi precoce del disturbo e sono il riferimento per la famiglia». Nella rete dei Servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza di ogni Azienda è presente un gruppo di operatori con competenza specifica sulla diagnosi e cura del bambino e dell’adolescente con autismo. Al Gervasutta seguono una quarantina di pazienti. Le scuole e i servizi sociali integrano la rete. «Perché i percorsi funzionino meglio - sottolinea – vanno rinforzate le risorse per la presa in carico, soprattutto nei primi anni di vita, vanno definiti i percorsi hub and spoke dal sospetto alla diagnosi, al percorso di cura, alla collaborazione con le risorse del territorio, i percorsi al passaggio dell’età adulta, vanno consolidati i rapporti tra i servizi, i genitori, le associazioni, ma soprattutto - conclude – va sostenuta la cultura dell’inclusione, i percorsi per l’inserimento lavorativo, ricreativo, affettivo, per l’autonomia possibile».

di Alessandra Ceschia

 

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