Tagli ai fondi per i servizi extra Lea, la regione Veneto sotto accusa

VENEZIA. La giunta regionale decide la sospensione del finanziamento di prestazioni sociosanitarie “extra-Lea” e le reazioni non si fanno attendere. Benchè non sia ancora completamente ratificata, la decisione sta già suscitando apprensioni e allarmi. La prima a intervenire è la Cgil regionale, che parla di ''un fatto di inaudita gravità, che colpisce prevalentemente disabili e anziani non autosufficienti'' e denuncia “la gravità delle conseguenze derivanti da anni di tagli indiscriminati su sanità e soprattutto nel settore sociale”. La Cgil e la segreteria della Funzione Pubblica sollecitano affinché “il sistema sanitario e sociale del Veneto sia difeso e riqualificato”, e chiedono che le risorse siano reperibili “tagliando davvero sprechi e inefficienze e costruendo un sistema a rete, che valorizzi le eccellenze che ancora ci sono in questo territorio e tutte le professionalità operanti in questi settori”. Le richieste del sindacato, nel dettaglio, sono di rivedere il sistema e riorganizzare i servizi, riconsiderare la costruzione di nuove strutture ospedaliere ricorrendo alla finanza di progetto “che si è rivelata disastrosa”, tenere fede al piano sociosanitario, a partire dalla maggiore integrazione tra sociale e sanitario e, infine, spostare risorse dall’ospedale al territorio, “realizzando il modello di assistenza di base sulle 24 ore e 7 giorni su 7, attraverso il rilancio delle attività dei Distretti socio sanitari e la realizzazione delle Case della salute”.

In allarme anche il comune di Venezia: “Siamo molto preoccupati e perplessi per la decisione di applicare pedissequamente i tagli previsti dalla legge di stabilità e dal decreto Balduzzi - commenta il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali e al Bilancio, Sandro Simionato -, sospendendo, intanto fino ad aprile, i fondi destinati ai cosiddetti extra Lea”. E incalza: “Se la decisione verrà ratificata, porterà a pesanti ricadute, anche nel territorio comunale, in termini di erogazione dei servizi, con conseguenze drammatiche anche sul piano del lavoro”. Tra i servizi finora garantiti dal comune di Venezia che rischiano di saltare, ci sono, ad esempio, gli assegni di cura: per questo servizio il comune ha ricevuto lo scorso anno dalla regione oltre 3 milioni di euro, di cui hanno beneficiato 1.172 persone. Sono a rischio anche gli sportelli integrati, quelli di telesoccorso e teleassistenza, i progetti di vita indipendente che a Venezia coinvolgono attualmente 103 persone e per i quali nel 2011 sono stati investiti oltre 900 mila euro. In bilico anche i servizi di trasporto dei disabili ai centri occupazionali diurni - che coinvolgono oltre 200 utenti - e le prestazioni socio-riabilitative di assistenza in favore di minori affetti da disturbi comportamentali o di carattere psichiatrico in regime residenziale o accolti in comunità.

''Le spese destinate ai servizi extra Lea – conclude Simionato – sono da considerare veri e propri investimenti: l’eventuale sospensione provocherà una maggiore richiesta di assistenza da parte delle famiglie che hanno in casa persone disabili o malate, che i comuni non saranno in grado di garantire. Di conseguenza per molte di queste persone si renderà necessaria l’ospedalizzazione o il ricovero in strutture assistenziali, con un conseguente aumento esponenziale delle risorse finanziare da impiegare”.

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