Autismo, l'importanza della diagnosi entro il terzo anno di vita

ROMA. Il rischio autismo in Italia è in aumento. O forse non era stato mai valutato prima. Fatto sta che l’incremento risulta dello 0,6% in 10 anni. Ossia, si è passati da un bambino su mille del 2001 a sette su mille (ovvero un bambino su 180) del 2011. Più grave ancora è la non diagnosi o la diagnosi ritardata. Individuare l’autismo quando il disturbo non si è ancora radicato è l’obiettivo dell’Istituto di Ortofonologia (Ido) che dal febbraio 2011 al giugno 2012 ha lavorato per «sensibilizzare educatori ed insegnanti nel riconoscere i bambini a rischio» e per formare i pediatri in modo che intercettino prima i casi a rischio. Perché scoprire in tempo l’autismo consente di trattarlo meglio, «migliorando così la qualità di vita dei bambini con la sindrome e delle loro famiglie».

IL PROGETTO - E’ il progetto «Autismo» dell’Ido. Ha toccato 74 strutture tra asili nido e scuole dell’infanzia del Comune di Roma, coinvolgendo in totale 638 tra educatori ed insegnanti, 52 pediatri e 2.700 bambini. Un quarto della popolazione infantile dell’area capitolina. In tutto sono stati raccolti 2.700 questionari, compilati dalle insegnanti sulla base dell’osservazione attenta dei bambini compresi nella fascia di età 0-6 anni. «L’attività formativa nelle scuole - hanno detto le operatrici Ido che hanno preso parte al progetto - ha puntato a rendere l’educatore-docente maggiormente cosciente del proprio ruolo e sensibile al problema. Così, di fronte ad ipotesi avvalorate del disturbo, gli stessi educatori-docenti, in accordo con la famiglia, sono stati in grado di inviare il bambino dal pediatra per un approfondimento clinico». Dalla valutazione di tutti i questionari è emerso che 180 bambini devono continuare ad essere controllati pur essendo in assenza di autismo, 55 devono essere sottoposti ad un approfondimento diagnostico, mentre in 16 bambini è stato scoperto un disturbo dello spettro autistico. Confermata, su 2.700 bambini, la percentuale di rischio in un bambino italiano su 180.

COSA E' - L’autismo è un disturbo di cui attualmente non è nota la causa, i sintomi sono rilevabili entro il secondo-terzo anno di vita e si manifestano con gravi alterazioni nelle aree della comunicazione verbale e non verbale e dell’interazione sociale. Le recenti ricerche hanno evidenziato in maniera inequivocabile la fondamentale importanza della diagnosi precoce, prima del terzo anno di vita. «Il tempismo di una diagnosi è cruciale, considerando che un progetto terapeutico efficace può aver luogo solo dopo un accertamento tempestivo», spiega il direttore dell’Ido, lo psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco.

MUSICOTERAPIA - Al congresso mondiale di Neuro Musicologia Clinica, svoltosi per la prima volta in Italia, a Brescia, è stata sottolineata l’importanza (sono state presentate al riguardo diverse esperienze internazionali) della musicoterapia anche per gli autistici. Insegnar loro a suonare insieme è come se agisse da passepartout per farli uscire dal bozzolo dell’incomunicabilità. L’orchestra Esagramma ne è esempio: un’associazione milanese che da 40 anni gira il mondo con 45 «professori d’orchestra», venti dei quali con «qualità diverse». Licia Sbattella, un bioingegnere con l’anima di Toscanini, li guida «suonando» con le mani. E nella sede di piazza Firenze ben 80 bambini con «qualità diverse», di cui una parte affetti da autismo, crescono tra le note accompagnati da nati psicoterapeuti divenuti musicisti. L’effetto è da dieci minuti di applauso a cui non si può negare un bis. Così, a Sirmione, si è chiuso il congresso mondiale di Brescia organizzato dalla Fondazione Luisa e Giorgio Brunelli per le ricerche in campo neurologico e neurochirurgico. L’ultima scoperta è proprio l’azione di ritmi e note musicali sui cervelli da “risvegliare” o da “sincronizzare”. Riabilitazione di afasici, malati di sclerosi multipla e di Sla, parkinsoniani che camminano spediti sotto stimolo musicale, stati vegetativi che ritrovano la via per uscire dal tunnel, paralizzati da ictus che si riabilitano prima del tempo. Down musicisti e bimbi autistici che pizzicando le corde di un violoncello escono dall’incomunicabilità in cui vivono.

di Mario Pappagallo

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