No ai balzelli sulla disabilità

TREVISO. Torna alla carica il fronte delle persone con disabilità efamiglie e si dà appuntamento venerdì 5 ottobre a alle 11 per sfilare in corteo da Piazza Vittoria a Piazza dei Signori contro l’assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto che vuole obbligare le persone disabili che frequentano i Centri diurni a versare una retta mensile per il servizio di cui usufruiscono. «Dice -spiega la Federazione Italiana per il superamento dell'handicap - che non si può fare altro, che c’è la crisi, che il governo ha ridotto i finanziamenti alle regioni e che le famiglie devono pagare. Per essere ancora più chiaro aggiunge che le famiglie possono almeno contribuire al costo del vitto e del trasporto. Il sindaco di Treviso, Giampaolo Gobbo, fa la stessa cosa e chiede alla Regione di modificare la legge regionale che esclude la compartecipazione alla spesa per le prestazioni erogate alle persone disabili nei Centri diurni. Dopo tanto pensare ecco la brillante soluzione: far pagare le persone con disabilità e ridurre i servizi. Quello che non viene detto è che la Regione ha già ridotto i servizi e si appresta a fare altri pesanti tagli. Tra l’altro è facile: chi convive con la disabilità, chi non è autosufficiente, chi vive in una comunità residenziale non ha né la voce, né la forza di protestare. E per ridurre i servizi basta non fare nuovi Centri e nuove attività diurne, basta ridurre le ore di assistenza domiciliare, basta ridurre i finanziamenti all’assistenza personale per la vita indipendente, per i servizi di sollievo, per l’integrazione scolastica». «Chiediamo ai sindaci -concludono- di non assumere il ruolo di gabellieri, ma di esercitare una forte pressione sul Governo e sulla Regione affinché vengano ripristinati i finanziamenti per i servizi sociali destinati alle persone con disabilità e non autosufficienti. Chiediamo di porre fine alle richieste di compartecipare alle spese. Sernagiotto non sa quel che dice. Le famiglie contribuiscono una, due, tre, dieci volte, ogni giorno, per tutta i giorni dell’anno, per tutta la vita. Chiediamo e pretendiamo rispetto».

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