Toscana, dalla regione 5 milioni per il progetto "Vita indipendente"

Redattore Sociale del 01-03-2012

Toscana, dalla regione 5 milioni per il progetto "Vita indipendente"

Sulla base di un progetto assistenziale personalizzato, al disabile sarà riconosciuto un contributo mensile compreso tra un minimo di 800 e un massimo di 1.800 euro, con il quale retribuire l'assistente personale

FIRENZE. Vita indipendente significa anche la possibilità di “assumere” un assistente: una persona che, con regolari mansioni, orari, retribuzione, assista il disabile nella vita quotidiana, dalla cura della persona, alle attività domestiche, di lavoro, di studio, agli spostamenti. Per questo la Regione Toscana, con una delibera presentata dall’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia e approvata nel corso dell’ultima giunta, ha stanziato 5 milioni e 200 mila euro, che dalle aziende e dalle Società della Salute verranno poi assegnate ai disabili gravi che ne faranno richiesta, presentando progetti specifici “Vita indipendente”.

Le Uvm (Unità di valutazione multidisciplinare) presenti in ogni azienda sanitaria valuteranno le richieste presentate (in base a criteri quali gravità, tipologia degli obiettivi specifici di vita indipendente, minori risorse assistenziali, condizione familiare, abitativa e ambientale), formulando con il disabile stesso un progetto assistenziale personalizzato (Pap). Sulla base di questo progetto, al disabile sarà riconosciuto un contributo mensile compreso tra un minimo di 800 e un massimo di 1.800 euro, con il quale retribuire l’assistente personale. Il rapporto con l’assistente (che non potrà essere né un parente né un affine entro il terzo grado, ma dovrà essere scelto tra personale privato o di cooperative sociali o associazioni accreditate/convenzionate con l’Asl o l’amministrazione comunale) dovrà essere regolarmente formalizzato, nel rispetto della normativa.

“I progetti di ‘Vita indipendente’ si differenziano dalle azioni di carattere puramente assistenziale – sottolinea l’assessore Scaramuccia –. Grazie a questi progetti, che la regione sta mettendo in atto ormai da tempo, la persona abbandona la posizione di ‘oggetto di cura’ per diventare ‘soggetto attivo’ e autonomo, che fa scelte riguardo alla propria vita: dove e con chi vivere, lavoro, studio, relazioni sociali. Come regione vogliamo continuare a garantire alle persone con grave disabilità la possibilità di realizzare tutto questo, in piena libertà e autonomia”.

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