"The special need": storia d'amore e di amicizia

Il 2 aprile, in occasione della Giornata Mondiale dell’Autismo, la Fondazione Oltre il Labirinto - una onlus che dal 2009 offre un supporto alle persone autistiche per tutelarne i diritti e garantire loro un percorso di crescita adeguato - sostiene l’uscita di The Special Need, documentario di Carlo Zoratti che racconta la storia del friulano Enea, ragazzo autistico di 30 anni alle prese con la sua emotività e i suoi bisogni affettivi. La prima proiezione della pellicola avverrà l’1 aprile al Cinema Anteo.
Qual è lo “special need” di Enea? Fare l’amore per la prima volta. Due amici, Carlo (anche regista del film) e Alex, sono fermamente decisi ad aiutarlo. Ce la faranno? Basterà un piccolo viaggio e una complicità tutta maschile per realizzare il suo desiderio? Lo scopriremo solo vedendo questo documentario on the road – prodotto da Videomante e distribuito dalla Tucker Film - che ha il dono della leggerezza nonostante la serietà della tematica trattata. Dote che non è sfuggita agli organizzatori del festival Dok Leipzig, che ha premiato questo lavoro con questa motivazione: «Era da tanto tempo che un documentario non raccontava la tragedia e la commedia della vita con tutta questa empatia».
Il regista e coprotagonista Carlo Zoratti ha raccontato la genesi di questo progetto: «Io ed Enea ci conosciamo da quando abbiamo quindici anni. Abbiamo deciso di fare questo documentario quattro anni fa, in piedi davanti alla fermata dell’autobus n. 11 a Udine. Quando sono iniziate le riprese, non sapevamo dove sarebbe arrivata la nostra storia, quale sarebbe stata la strada. Ogni giorno Enea cambiava traiettoria e io dovevo seguirlo, accettando che fosse lui a guidarmi». La produttrice Erica Barbiani esprime lo stesso entusiasmo: «Per noi che abbiamo avuto la fortuna e, in qualche modo, l’incoscienza di viverlo dall’interno, The Special Need non è solo un documentario: è un progetto fuori dagli schemi dove le consuete dinamiche operative hanno lasciato spazio a una dimensione condivisa. Un perimetro dove i singoli ruoli “del set” sono sfumati l’uno dentro l’altro, disegnando una straordinaria mappa di legami affettivi: con Enea, ovviamente, e con tutti gli altri compagni di avventura».
Se qualcuno, con buona dose di ingenuità, pensa che l’esperienza cinematografica abbia in qualche maniera imbarazzato Enea, deve ricredersi. «Ci vuole ben altro per intimidirlo che una macchina da presa», dice Zoratti. «Il signorino durante l’anno e mezzo di lavorazione si è semplicemente goduto l’avventura: tutta la fatica è toccata a noi, così come tutta la responsabilità. Del resto, possiamo dargli torto? In viaggio con gli amici a fare cazzate, a conoscere ragazze, a sbirciare nuovi panorami fuori dal finestrino, trovandosi costantemente al centro dell’attenzione». Consapevolezza del meccanismo cinematografico, dunque, ma anche consapevolezza di se stesso. Continua Zoratti: «Ogni volta che proiettiamo pubblicamente il film, lo vuole rivedere. Dice che gli piace stare in sala per “sentire la gente che ride”. Gli piace perché, attraverso le reazioni del pubblico, capisce di essere divertente. Intuisce che anche la sua vita può essere importante e affascinante. Una vita dove la diversità non soffoca – o non inquina – necessariamente la normalità».
The special need è una storia d’amore e d’amicizia. Simile a molte altre che non hanno avuto finora la medesima visibilità.


 

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