Parte civile contro la bidella

BARBARANO (VI). «Per noi partecipare al processo è un dovere. Fa parte del nostro statuto agire a tutela dei soggetti autistici che subiscono qualunque genere di sopruso. Fra l´altro, Vicenza fa da apripista in questo senso in Italia, dove purtroppo i casi simili sono numerosi». L´Associazione nazionale genitori di soggetti autistici (Angsa), con la presidente nazionale Liana Baroni e quella regionale Sonia Zen, si costituirà con l´avv. Leonardo Maran parte civile nel processo con rito abbreviato contro la bidella della scuola media “Fabiani” di Barbarano. Il 15 ottobre Luciana Scottà, 60 anni, residente ad Albettone in via Ca´ Brusà, dovrà presentarsi davanti al giudice Stefano Furlani e al pubblico ministero Barbara De Munari. L´imputata, difesa dall´avv. Teobaldo Tassotti, dovrà rispondere di maltrattamenti nei confronti di uno studente autistico di 15 anni. È accusata di aver offeso il ragazzino, di averlo minacciato e di averlo colpito; ed inoltre di non avergli prestato le cure dovute e di non averlo protetto pur sapendo che altre lo picchiavano. Quel giorno patteggeranno in aula l´insegnante di sostegno Maria Pia Piron, 59 anni, di Mossano (avv. Roberto Pelloso e Gianluca Veccia) e l´operatrice sociosanitaria Oriana Montesin, 54, di Barbarano (avv. Davide Balasso e Anna Sambugaro), che si sono accordate per un anno e sei mesi di reclusione senza sospensione della pena. In aula la famiglia della vittima si costituirà parte civile con l´avv. Nando Cogolato. Con essa anche l´Angsa, contro la bidella (visto che le altre due imputate patteggiano). «La nostra è un´associazione nata nel 1985 che oggi conta 3 mila iscritti e circa 500 famiglie in Veneto - spiegano Baroni e Zen -, ed è punto di riferimento nazionale anche per i tavoli ministeriali per diverse altre associazioni più piccole. Con questa costituzione vogliano mandare un messaggio: chi non rispetta l´autistico in tutte le sue manifestazioni e nella sua dignità avrà contro tutta l´associazione, perchè l´autistico non può difendersi. Non parla, e comunica in altri modi. Vogliamo far sentire la sua voce. È una questione etica». Se dovesse ottenere un risarcimento, l´Angsa lo utilizzerà per la causa degli autistici. «Questa è una onlus radicata sul territorio e che opera nello specifico settore», precisa l´avv. Maran. «Fin da quando è scoppiato il caso di Barbarano ci siamo attivati per tutelare il ragazzo e la famiglia. Noi ci battiamo molto perchè gli insegnanti che si occupano di questi ragazzi siano preparati, e non sempre avviene, tanto che ci sono diverse forme di violenza, come ad esempio quella di non accompagnare i ragazzi in un percorso di crescita ma di lasciarli a se stessi. Nel caso di Barbarano ci sono state anche forme di crudeltà e sadismo, che vanno punite». I vertici dell´associazione puntano il dito anche contro la scuola: «Purtroppo in questo caso la famiglia aveva chiesto più volte perchè il ragazzo tornasse con dei lividi, ricevendo risposte evasive. È molto grave quello che è avvenuto, come pure è grave che la bidella, una volta terminata la sospensione, sia rientrata nello stesso istituto. Al di là di questi aspetti, però, crediamo che le violenze ai danni dei soggetti autistici siano frequenti perchè sono più difficili da scoprire, e i responsabili sono convinti di restare impuniti. Bisogna lottare con forza e determinazione».

di Diego Neri

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