In Italia le stime dicono che ...

«In Italia le stime dicono che un nato su 150 sia colpito dal disturbo di "spettro autistico", che è la forma più attenuata, mentre uno su mille ne subisce le conseguenze più pesanti: ciò vuol dire che l'autismo è la causa più frequente di disabilità», spiega Stefano Vicari, primario di Neuropsichiatria infantile all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.

Quali le cause scatenanti? «Si tratta di un disturbo biologico legato ad un'alterazione del cervello che ha una base genetica. L'autismo deriva da un'alterazione multifattoriale del Dna, perché non dipende da un solo gene». In Italia l'attenzione per questa malattia è inferiore rispetto al resto d'Europa? «Direi di sì, se ne parla da poco soprattutto grazie ad iniziative come quella di Nicoletti. Il nostro Paese è piuttosto indietro per diagnosi e trattamenti perché è stato troppo a lungo condizionato da un approccio psicoanalitico, anziché medico». Che cosa si potrebbe allora fare di diverso? «Innanzitutto parlarne di più per creare maggior coscienza sul problema. E poi aumentare i centri specializzati e finirla con certe contraddizioni: basti pensare che, nonostante le linee guida dell'Istituto Superiore della Sanità parlino di un disturbo comportamentale, molte Asl trattano ancora l'autismo solo con la logopedia e la psicomotricità». Si dice che chi soffre d! i questo disturbo sia particolarmente intelligente... «Purtroppo è un luogo comune, la maggior parte degli autistici sconta un ritardo mentale. Solo chi soffre della sindrome di Asperger, circa uno su 7, ha grande intelligenza pratica, ma nessuna intelligenza emotiva. Persone che sanno tutto in maniera ossessiva, ma totalmente incapaci di stringere relazioni affettive». L'autismo è in aumento? «Gli studi dicono di no. Negli ultimi anni è semplicemente aumentata la capacità di diagnosi della malattia».

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