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Palermo, il comune precisa: "Nessuno vuole scuole riservate ai bambini autistici"
PALERMO. La città di Palermo non intende creare scuole o classi ghetto riservate ai bambini autistici. E’ questo il pensiero dell’amministrazione comunale dopo le reazioni, inevitabili, dovute alla mozione approvata il 22 maggio scorso dal consiglio comunale che parlava di “creazione di una scuola materna per bambini autistici”.
L’amministrazione comunale corregge subito il tiro rispetto a quella che è stata una formulazione sbagliata che molto probabilmente verrà rettificata. L’intenzione dei consiglieri sembra sia stata invece quello di votare una mozione che facesse riferimento all’incremento migliorativo degli strumenti educativi dedicati a questi bambini, ma sempre all’interno delle stesse classi frequentate dagli altri loro compagni.
Il Consiglio comunale, citando la legge 104/92 che abolisce le scuole speciali, ha infatti richiamato l'attenzione sulla necessità di dotare le scuole comunali di personale e procedure che garantiscano “pari opportunità educative e di socializzazione” ai bambini affetti da autismo.
A gettare acqua sul fuoco su quella che è stata una formulazione non corretta della mozione è stata subito l’assessore comunale Agnese Ciulla, che oggi ha chiesto chiarimenti ad alcuni consiglieri comunali.
“L’integrazione è il primo elemento che fonda il lavoro della nostra amministrazione a tutti i livelli. Da parte mia e dell’assessore Barbara Evola non c’è alcuna volontà di fare classi speciali – sottolinea l’assessore comunale alla cittadinanza sociale Agnese Ciulla -. Stamattina ho avuto modo di confrontarmi con alcuni consiglieri che mi hanno detto che l’intenzione della mozione approvata è, infatti, quella di lavorare non per una scuola o una classe speciale ma per una scuola sempre più a misura di chi ha altri bisogni, incrementando gli strumenti per accogliere ed integrare i bambini autistici nella relazione con gli altri loro compagni. La mozione approvata dai consiglieri è quella che prevede che all’interno delle classi, dove ci sono bambini autistici, possano essere adoperate nuove tecnologie educative come il metodo Aba e altri strumenti educativi migliorativi dell’apprendimento. Mi auguro che il consiglio rettifichi ciò che è stato interpretato diversamente”.
“L'amministrazione comunale di Palermo - afferma il sindaco – ha instaurato fin dal giorno dopo il suo insediamento, un proficuo e molto partecipato dialogo con le associazioni e le famiglie dei cittadini autistici, con gli esperti che a questi cittadini dedicano il proprio tempo ed il proprio lavoro. Certamente questo rimane il nostro metodo di lavoro e il nostro modo di programmare gli interventi”.
“Personalmente – precisa Ivana Calabrese, coordinatrice del dipartimento Pari Opportunità di Palermo – condivido la necessità di formare in maniera più attenta e professionale il personale docente, curriculare e di sostegno, sui moderni metodi di apprendimento adatti per l'autismo (ABA, PECS, ecc) spesso totalmente sconosciuti dagli insegnanti; mi costa personalmente – continua – in quanto mamma di un ragazzo autistico di 10 anni, gli sforzi che i genitori devono fare per formare i docenti e dare gli strumenti adatti per i loro ragazzi e chiaramente a loro spese”.
“Questi ragazzi hanno bisogno si di attenzioni e cure specifiche ma hanno anche un enorme bisogno di essere inseriti in contesti normali, sicuramente non in classi speciali – continua Calabrese -. Con la speranza che questa sia stata una svista da parte dei consiglieri chiedo che la stessa venga immediatamente revocata”.
“Il decreto dichiara di basarsi sulle linee guida siciliane del 2007 - spiega il deputato Davide Faraone del Pd - ma in quel caso non si parlava in nessun modo dell'istituzione di scuole speciali. Il comune si impegni, invece, ad assicurare i fondi per gli insegnanti di sostegno e per supportare le famiglie dei bambini autistici. In Parlamento ho già presentato un dettagliato progetto di legge, controfirmato da moltissimi deputati, per sostenere i soggetti affetti da autismo”.