Arrivano i cani guida per gli epilettici. Prevedono gli attacchi

BOLZANO Leonidas ha deciso: se il cucciolo di Labrador, destinato a diventare la sua ombra, sarà femmina si chiamerà Nala. L’arrivo in Alto Adige del cucciolo è atteso per l’estate. Intanto sua madre Gerlinde Larch Sarti, infermiera, fa la spola tra Caldaro, dove abita, e Rötgen in Germania, dove segue il corso per diventare istruttrice di cani guida per persone che soffrono di epilessia. Lo fa per suo figlio Leonidas che ha 26 anni ed è epilettico, ma lo fa anche pensando a tutti coloro - si calcola che in Alto Adige siano circa 5 mila - che soffrono di questa patologia particolarmente insidiosa, perché gli attacchi si manifestano spesso senza preavviso. «I farmaci di ultima generazione - spiega Gerlinde Larch Sarti che è anche responsabile del Gruppo di auto-aiuto di Bolzano - aiutano sicuramente a tenere sotto controllo la malattia, ma nel caso di Leonidas il loro effetto è molto limitato, perché è farmaco-resistente». Per questo Gerlinde ha sempre cercato strade alternative in grado di dare a suo figlio, e a quanti si trovano a vivere la stessa situazione, una qualità di vita migliore. «Sono stato in Florida - racconta il giovane - dove ho fatto una terapia speciale con i delfini. Lo stesso dicasi con i lama sul Renon e con i cavalli: i benefici li ho avuti, ma il limite di queste terapie è che si fanno con animali che non si possono avere sempre accanto a sé». Adesso è ad un cane che si aggrappano le speranze di Gerlinde. «Le mie ricerche mi hanno portata a scoprire che a Rötgen, Erik Kersting addestra i cani, in particolare Labrador e Golden Retriever, per fare in modo che riescano a cogliere i segnali premonitori di un attacco epilettico - sembra attraverso un aumento della sudorazione del malato - e ad avvertire il paziente in modo da evitare o ridurre le situazioni di rischio. Come lo avverte? Dipende. In genere il cane comincia a leccare con insistenza la persona malata. Quindi, in caso di attacco, riesce a chiedere aiuto e proteggerla fino all’arrivo dei soccorritori. Tutte cose queste che danno serenità e riducono il panico in chi soffre di questa patologia. Il lavoro fatto da Kersting con i cani è seguito con grande attenzione anche a livello medico e in particolare dall’Università di Budapest. I cani possono essere addestrati anche per aiutare i malati di diabete». Per tutte queste ragioni dunque Gerlinde Larch Sarti ha deciso di lanciarsi nell’avventura. Da gennaio, per 22 weekend, frequenta il corso per diventare istruttrice. «L’impegno - spiega - è notevole: parto il giovedì alle 6 e arrivo a Rötgen, in Germania al confine con il Belgio, alle 8 di sera. Il diploma di istruttore lo otterrò nel dicembre del 2014. Visti i sacrifici, spero di poter mettere a disposizione anche di altri malati quest’esperienza. L’associazione Epinet, presieduta dal neurologo Harald Ausserer, appoggia i miei sforzi».

di Antonella Mattioli

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