Il sostegno manca di continuitą

Il 40% dei ragazzi cambia docente di anno in anno Un insegnante di sostegno ogni 1,8 alunni con disabilità. Il 40% dei ragazzi lo cambia di anno in anno. E circa il 9% delle famiglie non ritiene sufficienti le ore di sostegno assegnate al figlio e fa ricorso al tribunale civile o al Tar per ottenere un aumento, soprattutto al Sud dove i ricorsi sono circa il doppio di quelli del Nord (12,7% contro il 6% alla primaria e 11,5% contro il 4,3% alle medie). É quanto emerge dal Report dell'Istat sull' integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado statali e non statali nell'anno scolastico 2011-12, pubblicato venerdì (ww.istat.it) . Realizzata in 23.222 scuole, in collaborazione con Miur e ministero del lavoro, la rilevazione sottolinea che sono poco più di 65mila gli insegnanti di sostegno per i circa 145mila studenti con disabilità. Ma ad essere impegnato a tempo pieno nello stesso plesso scolastico è solo il 60,4% nella primaria e il 65,9% nella secondaria. Vicino a quello previsto dalla legge 244/2007 (1 ogni 2), il numero di studenti disabili per insegnante di sostegno non basta per realizzare il progetto individuale dello studente: occorre continuità nel rapporto sia nel corso dell'anno sia per l'interno ciclo scolastico. Invece cambia docente di sostegno rispetto all'anno scolastico precedente il 41,7% dei ragazzi della primaria e il 39,3% delle medie. Meno frequente al Nord (38,5% e 37,5%%), al Sud supera il 40%. «All'Osservatorio ministeriale sulla disabilità stiamo valutando l'opportunità di una norma che garantisca la permanenza di un insegnante di sostegno in una classe per almeno 2-3 anni», spiega Luigi D'Alonzo, presidente della società italiana di pedagogia speciale. Se i docenti di sostegno svolgono attività didattiche con l'80% degli studenti, l'8,2% dei ragazzi alla primaria e il 7,2% alle medie è coinvolto prevalentemente in attività di tipo assistenziale. E usano ancora troppo poco la tecnologia, un facilitatore per l'inclusione scolastica. Addirittura nessun insegnante di sostegno la utilizza nel 12,6% delle elementari e nel 7,5% delle medie. Un quarto delle scuole non hanno postazioni informatiche adatte. La metà si trova in laboratori dedicati, invece che in classe. Del resto, in circa 1/3 delle scuole nessun insegnante di sostegno ha frequentato corsi specifici in tecnologie educative per gli alunni disabili. Ancora scarsa la condivisione con la famiglia del PEI dello studente. Eppure, è previsto dalla legge. Ma, tranne le riunioni d'istituto dei gruppi di lavoro sull'handicap, una famiglia su 2 incontra l'insegnante di sostegno meno di una volta al mese, circa 1/4 ha un colloquio mensile. Più frequenti gli incontri solo per il 21,7% delle famiglie alla primaria, ma alle medie si scende al 13,3%. Non solo. Quasi il 5% dei genitori alle elementari e il 7,8% alle medie non hanno colloqui con gli insegnanti curricolari. Solo la metà degli studenti disabili partecipa alle attività extrascolastiche.

di Emanuela Micucci

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