''Vite indegne'': a Roma un'iniziativa per ricordare l'olocausto dei disabili

ROMA. I disabili e il giorno della memoria: furono oltre 200mila le persone con disabilità che, in nome della razza ariana, vennero sottoposte ad un ''programma eutanasia'' negli anni della II Guerra Mondiale: l’Aktion T4, ovvero 200mila persone uccise in nome della razza ariana. Il programma Aktion T4 consisteva infatti nell'eliminazione fisica delle persone con disabilità in nome di una presunta ''igiene razziale''. Già il dittatore Adolf Hitler nel suo libro Mein Kampf' scriveva: ''Chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino. Qui, lo Stato nazionale deve fornire un enorme lavoro educativo, che un giorno apparirà quale un’opera grandiosa, più grandiosa delle più vittoriose guerre della nostra epoca borghese''.

Per ricordare l’orrore di quegli anni, il Museo storico della Liberazione di Roma, l’Aned (associazione nazionale ex deportati) e l’Anpi (associazione nazionale partigiani d’Italia) invitano a partecipare all'iniziativa ''Vite indegne'', in programma sabato 26 gennaio a partire dalle ore 10 presso i locali del Museo in via Tasso a Roma. Dopo i saluti di Elena Improta (vicepresidente Anpi Roma) ed Eugenio Iafrate (vicepresidente Aned Roma), è prevista infatti la proiezione di ''Vite indegne. Aktion T4: l’eliminazione dei corpi disabili'' e il dibattito con Silvia Cutrera (Presidente Agenzia per la Vita indipendente) e Dino Barlaam (vicepresidente Fish Lazio).

''Con l’annessione al Terzo Reich – ha spiegato in una nota Silvia Cutrera -, l’Austria aderì alle politiche di sterminio nei confronti delle persone disabili. Per realizzare il ''programma eutanasia'' furono riservati appositi reparti presso istituti ospedalieri e allestito un centro di uccisione al castello di Hartheim. Nel complesso ospedaliero psichiatrico Steinhof di Vienna, realizzato nel 1904-07 su progetto di Otto Wagner con 34 padiglioni e 2000 posti letto, nel luglio 1940 fu inaugurato il sanatorio pedagogico ''Spiegelgrund'' che, con i suoi 640 posti letto, svolse la funzione di reparto di ''eutanasia'' infantile per l’Austria. In tutto 789 bambini morirono, i loro cervelli e parte del loro midollo spinale furono rimossi e conservati per studi successivi. Le persone disabili uccise durante il nazismo sono le meno visibili nella macabra statistica delle vittime del Terzo Reich e sono scarse le testimonianze della loro terribile esperienza. L'intervista raccolta nel luglio del 2006 a Friedrich Zawrel, classe 1929, tra i pochi sopravvissuti al programma di ''eutanasia selvaggia'' infantile perpetrato da medici e infermieri nei padiglioni dell’ex Spiegelgrund, racconta di quell'orrore. Figlio di un alcolizzato fu ricoverato dal 1942 al 1944 perché considerato di eredità biologica inferiore''. T4 è l'abbreviazione di ''Tiergartenstrasse 4'', l'indirizzo del quartiere berlinese dove era situato il quartier generale dalla Gemeinnützige Stiftung für Heil - und Anstaltspflege, l’ente pubblico per la salute e l'assistenza sociale.

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