Studio di un gruppo catanese sull'autismo

CATANIA. Una nuova potenziale strategia farmacologica per la cura della Sindrome del Cromosoma X Fragile (FXS), la forma più comune di autismo e di disabilità intellettiva su base genetica da qualche anno desta grande interesse nel campo delle neuroscienze. Il merito è di uno studio condotto da un gruppo di lavoro diretto dalla prof. Lucia Ciranna, del dipartimento di Scienze Bio-Mediche (sezione di Fisiologia) dell'Università di Catania, in collaborazione con l'Isn-Cnr di Catania e l'Oasi di Troina. Già dieci anni fa, un prestigioso gruppo di ricerca, diretto dal dott. Mark Bear (Howard Hughes Medical Institute, Massachusets Institute of Technology, Cambridge, Usa), utilizzando un modello animale ha scoperto che questa sindrome è associata ad un'alterazione dei meccanismi di comunicazione tra neuroni (la cosiddetta plasticità sinaptica) che sono ritenuti alla base dell'apprendimento e della memoria. In particolare, Bear ha evidenziato che solo una forma di plasticità sinaptica viene alterata nel modello animale della malattia, quella dipendente dall'attivazione dei recettori mGlu5 per il glutammato, un neurotrasmettitore naturalmente presente nel nostro cervello, suggerendo una strategia terapeutica basata sull'utilizzo di farmaci bloccanti i recettori mGlu5. Lo studio condotto dalla prof. Ciranna mette in evidenza un'altra potenziale strategia farmacologica per la cura di questa malattia. In un articolo appena pubblicato sull'importante rivista specialistica "Biological Psychiatry", il gruppo ha dimostrato che l'attivazione di un sottotipo di recettori per il neurotrasmettitore serotonina (denominati recettori 5-HT7) ha effetto simile al blocco dei recettori mGlu5 nel correggere le anomalie della plasticità sinaptica presenti nell'animale malato. A commentare le potenziali implicazioni di questa scoperta è stato lo stesso Bear. Il progetto di ricerca è stato realizzato grazie a finanziamenti del Miur nell'ambito del progetto Prin 2007, del Comitato Telethon, della Fondazione Léjeune-Paris, dell'Oasi Maria SS di Troina e della facoltà di Farmacia dell'Università di Catania. «Questi risultati - ha precisato Ciranna - sono frutto di una collaborazione fra il mio gruppo di ricerca e quello della dott. Maria Vincenza Catania, neuroscienziata di fama internazionale che lavora nell'Istituto di Scienze Neurologiche del Cnr di Catania che da diversi anni studia i meccanismi alla base della Fxs. La dott. Catania ha dimostrato che l'attivazione di recettori 5-HT7 modifica il numero di recettori per il glutammato presenti sulla membrana dei neuroni dell'ippocampo. Abbiamo inoltre ricevuto un valido supporto da parte del dott. Sebastiano Musumeci, neurologo dell'"Oasi Maria Santissima" di Troina e dal prof. Marcello Leopoldo, del Dipartimento Farmaco-Chimico dell'Università di Bari, che ha sintetizzato nuovi agonisti selettivi per i recettori 5-HT7 fra cui il composto LP-211, i cui effetti sono stati caratterizzati nel nostro studio». «Il nostro obiettivo - ha continuato Ciranna - è la traslazione dei nostri risultati dalla ricerca di base allo studio pre-clinico: abbiamo progettato un protocollo di somministrazione di nuovi agonisti 5-HT7 a topi sani e a topi affetti dalla malattia, per valutarne gli effetti sull'apprendimento. Ci auguriamo di ottenere i finanziamenti per sviluppare qui a Catania questa nuova linea di ricerca».

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