«Serve un censimento dei pazienti adulti. E incentivare la ricerca»

L'ingresso del Servizio psichiatrico di un ospedale veneto«Non serve individuare capri espiatori, nè nella polizia nè tra i medici o i soccorritori. Quello che serve è far emergere il grave problema dell´autismo che oggi pesa sulle spalle delle famiglie. Il caso del diciannovenne scambiato per un sospetto spacciatore deve servire a far riflettere tutti, cittadini, enti, politici, amministratori, sull´urgenza di puntare i fari su questa malattia poco conosciuta persino tra chi lavora nella Sanità». Lo afferma il dottor Vincenzo Cesario, psichiatra, rappresentante per Verona di Angsa, l´associazione nazionale genitori soggetti autistici. «Non sappiamo nemmeno quanti sono», aggiunge il dottor Cesario. «Sappiamo che nascono tra i quattro e i dieci bambini autistici ogni diecimila nati. Le cause di questa malattia sono quasi sconosciute ma di ricerca se ne fa poca. Non esiste uno studio epidemiologico sui soggetti autistici adulti. E le famiglie spesso si trovano sole ad affrontare un problema che durerà per sempre». Tilde Gramegna Amore, presidente della Fondazione Autismo Insieme, insiste sulla necessità di fare formazione a tutti i livelli, dai pediatri ai geriatri agli infermieri ai soccorritori, «perchè questa malattia è poco riconoscibile». La signora Amore, che ha aperto una casa d´accoglienza per autistici adulti sulle Torricelle, accreditata dalla Regione Veneto, sostiene che «gli autistici adulti non possono confluire nei reparti di psichiatria come i malati mentali. Servono luoghi dedicati e in Italia, ad esempio in Piemonte, si fa già. E si cerchino nuovi farmaci: oggi siamo fermi ai sedativi».

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