La "stabilità della disabilità": il Comitato 16 novembre annuncia lo sciopero della fame

La battaglia delle famiglie contro i tagli alla sanità, agli enti locali e alla 104: "Saremo in molti, in tutte le regioni ad iniziare lo sciopero della fame, mentre tanti altri Fiorito pranzeranno ad ostriche e champagne".

ROMA. “La legge di stabilità approvata dal Consiglio dei ministri la notte del 9 ottobre esprime chiaramente cosa pensa di noi disabili questo Governo: siamo una spesa che le finanze dello stato non possono permettersi, prima la smettiamo di ‘pesare’ meglio è, la disabilità è un fatto privato che ciascuno deve assumere come vuole, e anche certi ‘privilegi’ vanno rivisti”: al coro di proteste che, giorno dopo giorno, si levano dalle associazioni e dalle famiglie delle persone disabili, non può mancare la voce del Comitato 16 novembre, che negli ultimi anni è più volte riuscito a riempire le piazze. Tra le misure sotto accusa, innanzitutto il taglio alla spesa sanitaria: “da 1,5 miliardi a 1 miliardo a 600 mila euro (la cifra non è stata definita), per acquisti di beni e servizi. Fra i "servizi" – spiega il Comitato - ci sono riabilitazione e interventi domiciliari”. Ci sono poi i tagli di 2 miliardi agli enti locali, “che si aggiungono ai tagli già fatti precedentemente: sono tagli al sociale, alle famiglie, all'’assistenza ad anziani e disabili” e la questione “irpef meno 1 punto/iva più 1 punto: chi ha un reddito tanto basso da non essere soggetto al pagamento irpef, come le pensioni minime – osserva il Comitato - si troverà a spendere di più di iva”. E poi la spinosa questione dell’assoggettamento all’Irpef delle pensioni di invalidità, le indennità di accompagnamento e altri assegni erogati, “che andranno ad aumentare il reddito, con le conseguenze prevedibili come tassa da pagare e per accedere a esenzioni e agevolazioni;”; infine, l’attacco alla legge 104 e le restrizioni introdotte nei benefici previsti da questa legge per chi assiste parenti disabili.

“Mai come in questo 2012 – ricorda il Comitato - ci sono state proteste, manifestazioni, pressioni per far capire al Governo la drammaticità che stiamo vivendo. In modo diverso ed in tempi diversi associazioni e comitati hanno fatto ‘vedere’ le disabilità: è questa la risposta? Ancora tagli?”. Tagli certamente ne servono, per far quadrare i conti dello Stato e Laura Flamini, presidente del Comitato, ne suggerisce alcuni, in alternativa a quelli proposti dal governo Monti: “tagliare della metà il numero dei parlamentari, riduzione del 50% degli stipendi dei parlamentari, abolizione delle indennità, solo rimborsi spese documentate e con tetti massimi definiti per alberghi, ristoranti ed altro”. E, ancora, “riduzione di auto blu e autisti: che viaggino con mezzi propri come ogni lavoratore, che paghino di tasca propria la benzina, l’assicurazione e il meccanico; scorte solo per chi corre dei rischi reali, abolizione dei vitalizi, pensionamento secondo la normativa generale per il tempo e il calcolo” e via di seguito. “Questo governo tecnico, proprio perché tecnico – osserva la Flamini - quindi capace di lavorare partendo da dati reali, avrebbe dovuto cominciare da questi tagli e solo se necessario toccare la vita delle famiglie, dei lavoratori e di chi oggi è portato alla disperazione. Che fare? Noi disabili, a cui non è risparmiato nulla di questa crisi economica e sociale, continueremo a batterci con forza , e anche se non siamo capaci di fare un fronte unico nei momenti di lotta, sappiamo di avere gli stessi obbiettivi. Saremo in molti, in tutte le regioni ad iniziare lo sciopero della fame, mentre tanti altri Fiorito pranzeranno ad ostriche e champagne!”

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