Scontro sul ticket disabili la parola passa ai sindaci

VENEZIA. Due ore di scontro tra le associazioni che si occupano di disabili e l’assessore alle politiche sociali Remo Sernagiotto. Il tema è l’annunciata introduzione della compartecipazione della spesa per le famiglie con a carico persone con disabilità. La Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) e l’associazione Anffas hanno reagito duramente alla proposta, ma l’assessore ha tirato dritto. I tagli del governo hanno una ricaduta sul sistema sociale pari a 120 milioni di euro e la Regione, che dal 2009 si faceva carico con un fondo di 721 milioni di euro l’anno dell’intera spesa per soggetti non autosufficienti, adesso non ha più soldi. Remo Sernagiotto porterà in Consiglio regionale la modifica dell’articolo 6 della legge 30 del 2009, che introdurrà a partire dal calcolo sull’Isee e dal quoziente familiare il contributo che le famiglie con disabili a carico dovranno versare. Ma si prevede che saranno esclusi dalla compartecipazione i redditi inferiori almeno a 50 mila euro. L’assessore ha confermato che intende portare direttamente in Consiglio regionale la proposta: «Spero che il Consiglio chiuderà l’iter entro la fine dell’anno». Ma ha messo le mani avanti: «Comunque l’ultima parola spetterà alla Conferenza dei sindaci. Se la Conferenza non darà in maggioranza l’assenso alla modifica, allora non ci sarà la delibera attuativa della legge. I sindaci conoscono il territorio». Al parere vincolante delle Conferenze dei sindaci si aggrappano le associazioni dei disabili. A Palazzo Balbi, ieri mattina, c’erano le associazioni che rappresentano i trecento Centri educativi-occupazionali diurni (Ceod) con a carico 6500 disabili e che percepiscono dal fondo regionale 78,5milioni di euro l’anno. «I tagli non possono pesare sull’assistenza» ha denunciato Flavio Savoldi presidente Fish, «vanno trovati da qualche altra parte. I disabili non si toccano. Stiamo parlando di diritti umani». E propone: «Basterebbe invece una rimodulazione dell’attuale addizionale Irpef a carico dei redditi alti per trovare altri soldi». Più di uno, i problemi che le associazioni hanno posto sul tavolo di palazzo Balbi. «Prima di far pagare le famiglie» ha sottolineato Alcide Palatron, vicepresidente Anffas, che raduna oltre duemila famiglie, «è necessario stabilire il costo di una persona sul servizio da Rovigo a Belluno. Il costo del servizio, oggi, oscilla dai 60 ai 170 euro. Fatto che genera un’enorme confusione». Un’istanza accolta dalle Regione che per far fronte al caos sul costo del servizio ha adottato un nuovo strumento. «Si tratta della scheda Svama», illustra l’assessore, «che avrà il compito di valutare la persona con disabilità e offrirà un monitoraggio sul grado di patologia e di assistenza necessaria». Al tavolo hanno preso parte anche associazioni autonome, che non hanno usufruito mai del fondo della legge del 2009, ma che chiedono all’assessore una modifica della legge 22/2002.

di Marco Petricca

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