Disabili in Capidoglio Protestano genitori e docenti di sostegno

ROMA. Si sono passati il testimone già via mail nei giorni scorsi: «Magliette bianche in segno di pulizia, è l'unico simbolo che vogliamo vedere in piazza». Circa 200 fra genitori e docenti, insieme a dirigenti didattici e agli assessori di almeno una decina di Municipi, si sono presentati ieri pomeriggio in piazza del Campidoglio. Contro il taglio radicale delle Aec (Assistenti ducative culturali), che affiancano gli insegnanti di sostegno per assistere i bambini nelle funzioni pratiche. Una presenza che risponde ad una diagnosi funzionale, così necessaria che i bambini possono essere al massimo 3 ciascuno. «Ora - racconta Emilia Portella, insegnante all'Ic Nobiliore - ad anno scolastico iniziato ci troviamo senza neanche una Aec, quando ce ne vorrebbero 10 fra infanzia ed elementari e 3 alla media. E non sono state nominate neanche docenti di sostegno sufficienti. Abbiamo 31 bambini, di cui 8 'a sentenza' (con il sostegno 1:1, ndr), tutti gli altri sono nel rapporto 1:4». Non è un caso estremo, ma la norma. La conferma arriva dalla mamma di un bambino cerebroleso, Maria Grazia. «Francesco ha 15 anni, ma frequenta le medie perché è stato trattenuto due anni in più alle elementari. Aveva un problema di controllo sfinterico, e le insegnanti e gli Aec hanno lavorato perché acquisisse pian piano una sua autonomia. Con il passaggio del servizio alle cooperative - prosegue - ha avuto addirittura una psicologa con la quale ha potuto fare davvero un salto di qualità». E quest'anno? «Mi sono trovata a doverlo ritirare da scuola a mezzogiorno; si è verificato anche il caso che una insegnante di sostegno ha dovuto lasciare un ragazzo per aiutare mio figlio. Neanche questo è giusto». Il rifiuto della «guerra fra poveri» è uno dei temi centrali dell'assemblea improvvisata in piazza. «Già Storace, da presidente della Provincia, aveva tagliato i servizi per i disabili portandoli fino a un massimo di 12 anni - ricorda Maria Grazia - poi provvedono mamma e papà». Dal 2008 al 2011 il fondo per le politiche sociali è diminuito del 70,4% (da 829,3 a 275 milioni), mentre il fondo di 300 milioni per la non autosufficienza è stato azzerato. Diverse sindromi, anche quella di down, sono state «declassate». Ma la richiesta di accoglienza dei bambini disabili cresce ogni anno. Un genitore della scuola Milanesi, IV Miglio, papà di bimbo di 11 anni sordo, «disabilità leggera», fa notare che «ha interrotto continuamente la riunione, figurati bambini con disabilità più serie come possono essere seguiti dagli insegnanti senza il sostegno e magari in classi super affollate». Il vicesindaco Sveva Belviso, assessore per le politiche sociali, ha assicurato alla delegazione che «il servizio è garantito fino al 15 ottobre, ma già l'11 ci sarà un incontro che sancirà la copertura fino a fine dicembre, mentre da gennaio in poi si procederà mese per mese». Un gioco al rimpiattino che non li soddisfa. «Ma noi vogliamo che questi siano fondi accantonati, non soggetti a tagli». E, questo lo garantiscono loro, non molleranno.

di Anna Maria Bruni

Condividi su Facebook