Disabili, a rischio 54 Case famiglia "Il sindaco rispetti i patti"

 L'allarme arriva da Legacoop sociali, Agci Lazio, Confcooperative Lazio e Casa al plurale: "Da marzo 2007 il Comune di Roma non adegua le rette corrisposte alle Case agli effettivi costi di gestione, versando meno del 50% di quello che servirebbe".

ROMA. “'Si chiude una porta, si apre un portone". Non sarà questo però il destino che aspetta le 54 Case famiglia della città che ospitano 380 persone con disabilità gravi, se Roma Capitale non interverrà al più presto attribuendo nuove risorse. Così scrivevamo esattamente sei mesi fa. Quel portone (del Campidoglio) si è richiuso, dopo aver ricevuto tutte le rassicurazioni del caso… Le associazioni che sostengono le Case famiglia si sentono prese in giro, avevano ricevuto l’assicurazione da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, che avevano dichiarato il tema come 'prioritario'". E' il grido di aiuto lanciato da Legacoop sociali, Agci Lazio, Confcooperative Lazio, Casa al plurale.

LE RETTE - "Da marzo 2007 il Comune di Roma non adegua le rette corrisposte alle Case agli effettivi costi di gestione, versando meno del 50% di quello che servirebbe - denunciano le cooperative - Diversi appelli sono stati rivolti alle istituzioni negli ultimi mesi dalle associazioni che si impegnano ogni giorno per garantire una qualità di vita degna ai cittadini più fragili. Proprio quelli che rischiano oggi di diventare 'i più soli tra i soli'”.

A RISCHIO 54 STRUTTURE - “Siamo increduli ma anche certi che il Sindaco saprà richiamare ciascuno alle proprie responsabilità: c’era un preciso impegno del vicesindaco Sveva Belviso, e io credo alla parola che mi viene data! - ha commentato Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale - come già ho detto, se non troviamo i finanziamenti indispensabili per coprire i costi delle Case, saremo costretti a riconsegnare al Sindaco le chiavi delle 54 strutture che accolgono nella Capitale persone con disabilità medie e gravi". Le associazioni che operano a sostegno delle persone con disabilità si rivolgono quindi alle istituzioni tutte - Roma Capitale, Provincia, Regione Lazio - per trovare subito soluzioni percorribili.

"LE CASE FAMIGLIA PATRIMONIO DELLA CITTÀ" - “Chiediamo il rispetto degli impegni presi, per garantire l’indispensabile – hanno aggiunto Ciro De Geronimo di Confcooperative Lazio, Pino Bongiorno di Legacoopsociali Lazio, Eugenio De Crescenzo di Agci Lazio - le Case famiglia sono la metà di quante ne servirebbero, chiediamo un impegno serio a favore dei cittadini più deboli, dove andranno altrimenti i prossimi? In istituto? Le case sono un patrimonio per la città. Vere e proprie abitazioni che rappresentano la casa, la famiglia, la vita intera di persone altrimenti completamente sole”.

LE REAZIONI - "Essere assistiti – dichiara Emanuela Droghei, responsabile politiche sociali del Pd Roma - è un diritto e negare questo diritto non adeguando le rette per le persone ospitate in quelle strutture, è una grave responsabilità. E poco c'entrano stavolta i tagli del governo. C'entra piuttosto una cattiva capacità di scegliere le priorità per il bilancio di Roma Capitale e soprattutto c'entrano anni di promesse mancate. Cosi come l'incapacità di approvare il Piano Regolatore Sociale, per riorganizzare il sistema dei servizi sociali della città. La persona deve essere una priorità vera, non solo a chiacchiere, tanto più in momento di crisi cosi pesante. Allora Alemanno prenda in mano la situazione e dia al coordinamento, alle famiglie, agli operatori le risposte che aspettano da troppo”.

Interviene sulla questione anche Gemma Azuni di Sel: "L’allarme che perdura ormai da anni è stato più volte manifestato dall’Assemblea Capitolina, che ha approvato all’unanimità ordini del giorno dell’opposizione con i quali si chiedeva un adeguamento delle rette alle strutture residenziali per persone disabili, come previsto dalla Delibera Comunale 137/2001. Questa Giunta continua a distinguersi per la discrezionalità con cui vengono distribuiti i fondi per il sociale, per l’assenza totale di una scaletta delle priorità, che a fronte di una mancanza oggettiva di fondi non può privilegiare interventi privi di programmazione e a volte non così indispensabili. Da tempo gli interventi dei servizi sociali non sono implementati, nonostante la crisi finanziaria abbia reso più difficile per molte famiglie gestire disabili e anziani; oggi si rischia di non poter più garantire il consolidato. Continuo a ripetermi chiedendo al Sindaco e all’Assessore Belviso di rispettare la volontà già espressa all’unanimità dall’Assemblea Capitolina di tutti gli ordini del giorno e mozione approvati e collegati al Bilancio 2011/2013, perché vengano riconsiderati nel nuovo Bilancio 2012/2014 visto che nulla è cambiato".

Gianluca Peciola, consigliere provinciale di Sel fa notare che "il Bilancio 2012 è bloccato dalla discussione sulla delibera sulla vendita delle quote azionarie di Acea. Una discussione che sta allontanando l’attenzione dai veri problemi, tra cui l’assistenza sociale alle persone che rischia di essere affossata dai tagli di Alemanno e dalla scure del Governo Monti". Mentre Daniele Ozzimo, consigliere capitolino del Pd chiede "l’immediato sblocco di un milione e 850 mila euro come previsto dall’emendamento presentato dal PD e approvato nel bilancio 201".

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