All'Anagrafe un registro dedicato ai disabili gravi

L'obiettivo è andare oltre alla normativa attuale della legge "Dopo di noi". Saranno depositati progetti di vita da garantire anche quando resteranno soli.

REGGIO EMILIA. Poter andare al cinema piuttosto che a nuoto, o a mangiare una pizza, anche quando i loro genitori o i loro familiari non ci saranno più. Forse possono apparire piccole cose, ma sono quelle che fanno la differenza e che hanno il significato di garantire alle persone fragili la stessa qualità di vita e la stessa dignità di quando c'era chi li accudiva si occupava di loro. Un problema che diventa ancora più importante quando si troveranno da sole o saranno affidate a un tutore o a un amministratore di sostegno. È un salto culturale che va al di là della tutela economica che già viene garantita alle persone con grave disabilità in base alla legge da poco approvata sul "Dopo di noi". È una scommessa che vede ancora una volta Reggio capofila, per arrivare ad approvare una legge che regoli anche la parte che fa riferimento ai desideri e alle scelte che attengono strettamente alla sfera personale delle persone che non possono da sole decidere per se stesse. La mozione dai consiglieri Pd Maura Manghi, Angelo Cigarini ed Emanuela Caselli che sarà discussa lunedì in consiglio comunale, si pone l'obiettivo di andare oltre la normativa attuale sul Dopo di noi e di creare all'Anagrafe cittadina del registro dei progetti di vita per le persone con gravi disabilità. Un modo per garantire a queste persone fragili che, oltre alla carta di identità, all'Anagrafe esiste un documento nel quale sono custodite le loro abitudini. Un documento ufficiale che una volta depositato dovrà essere tenuto in considerazione anche quando i genitori e i familiari non ci saranno più. Un'opzione che vale anche in caso di impedimento temporaneo per persone che solo per un determinato periodo non possano disporre liberamente di se stessi. La mozione - che il Pd e il presidente di Fcr Annalisa Rabitti coordinatrice del progetto Reggio Città senza barriere si augurano sia approvato all'unanimità in Sala Tricolore - farebbe ancora una volta di Reggio la città capofila per arrivare a una legge nazionale che regoli questa delicata materia. Un tema di cui da tempo già si discute nei tavoli di lavoro del progetto "Reggio città senza barriere", partendo dalle idee del professor Paolo Cendon che dopo essersi occupato di delineare la figura dell'amministratore di sostegno, ha fatto emergere la necessità di arrivare a un progetto di vita della persona e a un documento che sia riferimento per il Tribunale, il tutore o l'amministratore di sostegno e le diverse figure che ruotano intorno alle persone con disabilità grave per garantire che i suoi desideri e le sue aspirazioni fondamentali non vadano perse. «Ci sono già una ventina di persone che vorrebbero depositare i primi progetti di vita, a conferma che il problema esiste», ha concluso Annalisa Rabitti . 

di Roberto Fontanili

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