Vivi la cittą, casa in estate. Progetto targato Bambini e Autismo

 "Vivi la città": un sogno di indipendenza e uno sforzo di autoimprenditorialità targato Fondazione Bambini e autismo. Ormai in avanzato stadio di gestazione (siamo ai serramenti), vedrà ufficialmente la luce entro l’estate 2012 (tra luglio e settembre). Ospiterà persone adulte con autismo che lavorano all’Officina dell’arte. Nel nome porta l’ambizione: farle vivere nella parte viva della città, per questo è stata edificata in centro a Pordenone (via Roggiuzzole).

I bisogni dell’autismo. Un autistico richiede 17 ore al giorno di assistenza. Parola dell’ultimo rapporto Censis. Conferma di Davide Del Duca, direttore generale della Fondazione Bambini e autismo, centro pordenonese riconosciuto a livello nazionale. Gli autistici non parlano, tendono ad avere comportamenti ripetitivi, autolesionisti ma anche aggressivi. La lista dei bisogni e delle necessità è presto detta: due occhi che li sorvegliano. Ma prosegue a lungo: dalla logopedia alla psicomotricità, dalla psicoterapia alla fisioterapia. Bisogni dei pazienti e delle loro famiglie che devono adattare se stesse e la loro casa al nuovo arrivato. Per questo anche sul fronte risorse le necessità abbondano. Per questo, quando il figlio atteso si rivela un figlio autistico (uno ogni 180 nati, circa 50 all’anno in Friuli) niente in casa resta uguale a prima. Le mamme si licenziano nel 26% dei casi, chiedono il part - time nel 23,4%, cambiano lavoro nel 6%. Davide Del Duca non si lamenta, perché la Fondazione pordenonese è un’avanguardia che richiama pazienti da tutta Italia, e che in 14 anni di vita si è presa carico di oltre 1.000 casi: "Facciamo diagnosi per pazienti di tante regioni. Una famiglia di Roma si è trasferita qui per far seguire il figlio. Per questa patolgia siamo un’isola felice. O quasi".

Aiuti alle famiglie. La Fondazione può arrivare alla diagnosi con non meno di due giorni di osservazione e test del bambino. La famiglia partecipa e collabora. Il tutto è gratuito per i bambini del Friuli Venezia Giulia che presentino la richesta del medico di base. Non lo è per quelli da fuori. Avuta la diagnosi, le famiglie friulane hanno diritto al pagamento da parte della Regione di sei ore di terapia settimanali presso la Fondazione. Il Comune, invece, paga sotto forma di vaucher un tot di ore di assistenza con operatore; ore che cambiano a seconda della diagnosi avuta: autismo lieve, medio o grave. Le ore di assistenza servono per seguire il bambino a scuola, nel pomeriggio o là dove, in accordo con èquipe e famiglia, se ne dimostri la necessità. Andare dal dentista o portare in piscina uno di questi bambini è un’impresa.

L’intervento dei privati. È determinante. Così, per portare avanti il progetto "Vivi la città" una casa per la vita autonoma degli autistici che lavorano presso l’Officina della Fondazione (oggetti e mosaici, quindici posti) si sono inventate occasioni di raccolta fondi (dalle mostre di mosaico alle bottiglie di vino Bufolis). E la stessa Casa, spiega Del Duca: "È sorta per quasi il 75% grazie a fondi privati. Siamo abituati a darci da fare". Qualche ombra c’è: "È sgradevole - continua - essere accolti da assessori o funzionari che ti mettono nel disagio di chi va solo a chiedere soldi. Ed è male quando si calpesta il 5 per mille, che i cittadini hanno scelto di destinare a questa o quella realtà benefica. Infatti dei 500 milioni di euro raccolti, il governo ha deciso che ne avrebbe spartiti solo 400". E in gran ritardo: "Per adesso sono state consegnate le quote 2009, ma del 2010 non sappiamo quanto e quando riceveremo".

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