Caregiver "riconosciuti" solo in una Regione su 20

Fino ad oggi nel nostro Paese solo una legge regionale, approvata nel 2014 in Emilia Romagna, riconosce la figura del caregiver. La normativa prevede, tra l'altro, l'integrazione dell'attività dei caregiver «nel sistema regionale degli interventi sociali e sanitari», la possibilità di supporto in situazioni di emergenza, sostituzioni per consentire momenti di sollievo, forme di sostegno economico nell'ambito dei contributi per la non autosufficienza come, per esempio, assegni di cura. Nelle sue finalità, la legge è stata ripresa da proposte legislative presentate in altre Regioni: Abruzzo, Marche, Lazio, Sardegna e Piemonte. In attesa di una legge nazionale, la situazione dei caregiver è drammatica. «Per lo Stato italiano siamo invisibili e siamo stati costretti a far ricorso alle Nazioni Unite per violazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari spiega Simona Maria Bellini, presidente del Coordinamento nazionale famiglie disabili . In altri Paesi europei, i caregiver hanno tutele, quali assicurazioni per malattia e infortuni, contributi previdenziali o anche un riconoscimento economico in caso di difficoltà, come per esempio in Spagna. In Grecia hanno diritto al prepensionamento. Chiediamo da anni, inutilmente, che il nostro Paese si adegui». «I caregiver sono la spina dorsale del nostro sistema assistenziale, ma mancano strategie di intervento integrate, multisettoriali e a medio lungo termine rispetto alla gestione della non autosufficienza dice Giovanni Lamura, responsabile del Centro studi e ricerche economico-sociali per l'invecchiamento all'Irccs Inrca di Ancona . Eppure servirebbero, anche alla luce del crescente invecchiamento della popolazione». 

di Maria Giovanna Faiella 

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