Autismo, Hanau: ecco perche' questo disegno di legge va difeso

Tante, per lo studioso esperto di autismo, le ragioni per cui questo testo deve andare avanti: primo, "perché pone basi per Lea specifici", secondo perché "una legge nazionale più di questo non può fare", terzo perché "scuoterà regioni da inerzia". 

ROMA. “Il disegno di legge sull’autismo va sostenuto e difeso: è giusto e opportuno che arrivi in porto”: ne è convinto Carlo Hanau, voce forse minoritaria nel dibattito, piuttosto vivace, che si è acceso all’indomani della discussioni del Ddl alla Camera, dopo il precedente ok del Senato. E le ragioni per difenderlo, per Hanau, non mancano davvero.

Primo, perché solo con una legge sull’autismo sarà possibile avere dei Livelli essenziali capaci di tutelare le persone colpite da questo disturbo e le loro famiglie. “E’ in corso la lenta e faticosa preparazione del nuovo decreto sui Lea – spiega infatti Hanau - Dato che i Lea generali però sono in gestazione da troppi anni, e il ministero della salute ha rinviato a fine 2015 l’approvazione, il Ddl prescrive che entro sei mesi dall’approvazione della legge, il governo debba emanare Lea specifici per l’autismo: ecco perché, innanzitutto, è urgente approvare il Ddl”.

Il secondo motivo è che, più di questo, a una legge nazionale non si può chiedere: inutile insomma chiedere a un disegno di legge ciò che no gli compete: “Il Ddl sull’autismo è una legge quadro, e non può essere differente, dato che la materia sanità e servizi sociosanitari è stata delegata alle Regioni con la riforma del titolo V della Costituzione – spiega infatti Hanau - Al di là dei Lea, in materia di sanità e servizi sociali, una legge nazionale non può imporre alle Regioni le modalità di fare assistenza sanitaria e sociosanitaria. Molte critiche al Ddl vorrebbero invece che il testo contenesse addirittura le modalità di accreditamento, come ad esempio le qualifiche del personale addetto e le ore assistenza. Questi contenuti sono delegati alla potestà legislativa delle Regioni e pertanto a livello nazionale si possono dare soltanto delle indicazioni e non delle imposizioni”. 

Terzo motivo: ciò che tanti pretenderebbero dal Ddl, in realtà già esiste: ed è contenuto nelle Linee di indirizzo del 22 novembre 2012, approvate dalla Conferenza unificata, preparate dal ministero della Salute in collaborazione con Miur, regioni ed enti locali: Sulla base di queste Linee “le Regioni avrebbero dovuto fare leggi apposite, come ha fatto la regione Marche, oppure delibere di giunta – ricorda Hanau - ma la stragrande maggioranza delle regioni non ha fatto nulla: soltanto la forza di una legge e le penalità nei finanziamenti previsti nel Ddl potranno smuoverle dall’inerzia”.

Hanau risponde quindi alle principali critiche che vengono riferite al Ddl: “innanzitutto, si dice che non dissi un grado di invalidità minimo – spiega -Si deve tuttavia ammettere che la Commissione Superiore dell’Inps, a cui compete in via principale l’indicazione su come applicare gli accertamenti dell’invalidità, da più di un anno ha dato disposizioni favorevoli per le persone con autismo, particolarmente importanti”.

In secondo luogo, alcuni critici osservano che il Ddl non fa riferimento alla normativa generale sulla disabilità e “forse – ammette Hanau – sarebbe stato puiù elegante premettere al testo una lunga serie di richiami alle leggi che regolano la disabilità in generale”. Anche se “la ripetizione delle grida di manzoniana memoria non ha mai rafforzato la loro applicazione reale. E comunque – osserva – il richiamo ad alcune di queste norme, come la Convenzione Onu sulla disabilità, è implicito”.

Rispondendo poi in particolare all’Anffas, che lamenta la mancanza di un riferimento al progetto di vita e all’autismo in età adulta, nel Ddl si parla di “Pdta”, ovvero “percorso diagnostico terapeutico assistenziale per la presa in carico” e si desume che tale dizione riguardi la vita intera e che il ‘piano di assistenza’ sia compilato secondo quanto indicato dalla legge 328 del 2000”. Insomma, per Hanau non c’è davvero nessun motivo per accanirsi contro un disegno di legge, al lungo invocato da famiglie e associazioni, e che forse sta per vedere la luce. E domani andrà a ribadire con forza questa sua posizione in Senato, dove si svolgerà il “Convegno autismo: attori non più spettatori”, promosso da Manuela Serra, deputata del Movimento 5 Stelle”. “Sarò forse l’unico dei presenti a spezzare una lancia in favore di questa legge: ma sono convinto delle mie ragioni”. (cl)

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