In Parlamento il caso di Matteo, alunno autistico costretto a ritirarsi da scuola

Dopo le difficoltà d’inizio anno, non sono finiti i disagi e le difficoltà. Così, al febbraio, i genitori hanno deciso di ritirare il figlio da scuola. "Ci siamo arresi". Ora, interrogazione in Parlamento: "Scuola sia valido sostegno nella formazione e crescita di ragazzi disabili"

ROMA - Arriva in Parlamento, sotto forma di interrogazione, la storia di Matteo, il bambino autistico che, dopo una lunga e tenace battaglia, i genitori hanno deciso, rassegnati, di ritirare dalla scuola. La mamma, Patrizia, aveva raccontato a Redattore sociale le vicissitudini d’inizio anno, quando si era ritrovata seduta al banco insieme a suo figlio, pur di consentirgli di stare in classe con i suoi compagni, in mancanza di insegnante e asistente a lui dedicati. 

Alcuni mesi dopo, a metà febbraio, dopo tanta fatica, tante speranze e altrettante delusioni,Patrizia annunciava la triste decisione: “alla fine io e mio marito ci siamo arresi e lo ritireremo da scuola”, riferiva a Redattore sociale. Dopo un susseguirsi di diverse figure al fianco di suo figlio, “la nuova assistente è stata assente cinque volte in due mesi, quindi Matteo ha avuto altre 4 assistenti educatrici di sostituzione a questa. L’ultima volta, non ha neanche comunicato la sua assenza, quindi Matteo è stato 40 minuti ad aspettarla inutilmente. Alla fine, di fronte a tanta inettitudine, ci siamo arresi. Ha vinto il preside e noi togliamo il disturbo, in silenzio, sconfitti, perché se questo è il’servizio’ che mi offre la scuola, io ci rinuncio”. 

Ora, il suo caso arriva in Parlamento, con l’interrogazione presentata ieri alla Camera dal deputato Lorenzo Becattini (Pd): “I giovani studenti disabili devono poter contare su una formazione scolastica efficiente e continua attraverso il lavoro qualificato degli insegnanti di sostegno – spiega - L’assistenza e la formazione del disabile durante le ore scolastiche non possono essere affidate alla famiglia. Ciò è quanto è accaduto in una scuola di Bergamo, in cui la madre di un bambino autistico è stata costretta a stare in classe con il figlio a causa dell’incapacità dell’Istituto di garantire una costante e qualificata presenza di un insegnante di sostegno. Fatto ancor più grave è che i genitori dello studente, per porre fine alla questione, hanno deciso di ritirarlo dall’Istituto. Simili episodi, purtroppo non isolati, meritano tutta l’attenzione delle Istituzioni. Le famiglie dei ragazzi disabili dovrebbero vedere nella scuola un valido sostegno nella formazione e nella crescita dei loro figli”. 

Non ne sapeva nulla, la mamma di Matteo, ma è contenta che la politica si sia interessando al suo caso. “Speriamo solo che serva a qualcosa”. (cl)

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