Sull'autismo Trento si allea con Nagasaki

TRENTO. Italia e Giappone uniscono gli sforzi nello studio dell'autismo: le interazioni precoci tra genitori e figli e le loro possibili implicazioni per la diagnosi precoce dell'autismo sono infatti al centro di una nuova rete di ricerca italo-giapponese, avviata da un ricercatore del Dipartimento di psicologia e scienze cognitive dell'università di Trento (Dipsco). Si tratta di Gianluca Esposito, che di recente ha anche inaugurato, con un grant di un milione di dollari, il laboratorio di ricerca «Affiliative Behavior and Physiology lab» nella Nanyang Technological University di Singapore, finanziato con fondi della Comunità europea e del ministero della ricerca scientifica giapponese. «Il laboratorio di Singapore e quello di Rovereto spiega Esposito saranno in network con il Riken Brain Science Institute di Tokyo, con la Nagasaki University, con il National Institutes of Health di Bethesda negli Stati Uniti e a livello locale con il laboratorio di osservazione e diagnostica funzionale, diretto da Paola Venuti e centro di riferimento per l'autismo da oltre un decennio». La creazione del network tra le realtà impegnate nella ricerca sull'autismo favorirà la collaborazione scientifica e la condivisione dei risultati, oltre alla mobilità di ricercatori tra i paesi. «Contiamo prosegue Esposito di avere i primi scambi di docenti e dottorandi tra Trento e Singapore entro i primi mesi del nuovo anno». Intanto è già attivo l'accordo bilaterale che ogni anno dà la possibilità a sei studenti di Psicologia di Trento di partecipare a un progetto di ricerca alla Nagasaki university.

 

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