L'abbraccio di Bergoglio al mondo toccato dall'autismo

VATICANO. Sarà un incontro speciale quello di sabato mattina in Aula Paolo VI: il primo del Papa con il variegato mondo toccato dall’autismo, un problema su cui negli anni è cresciuta l’attenzione sia medica che sociale. Secondo recenti statistiche, un bambino ogni 100 o 110 è affetto da questa patologia. Qualcuno, come l’associazione statunitense Centers for disease control and prevention, ritiene che la percentuale sia addirittura di 1 su 68 bambini.
Sabato, quindi, a partire dalle 10 si susseguiranno canti, preghiere e e testimonianze (una sarà anche quella delle opere di Leland Lee, pittore autistico di Taiwan affermatosi in ambito internazionale), dopo di che Francesco rivolgerà un discorso ai presenti.
La mattinata costituirà la chiusura della 29ª Conferenza internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, sul tema “La persona con disturbi dello spettro autistico: animare la speranza”, che si svolgerà nell’Aula nuova del Sinodo a partire da domani.
L’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del dicastero vaticano, ha spiegato ieri in una conferenza stampa che con la scelta di questo tema si è voluto sfidare «l’aura di imperscrutabilità, di ignoranza e di diffuso rifiuto sociale che circonda l’autismo e le altre diverse sintomatologie rientranti nei cosiddetti disturbi dello spettro autistico», ovvero Dsa o, utilizzando l’acronimo inglese, Asd. L’autismo, ha ricordato il presule, è definito infatti «un disturbo neurocomportamentale, detto anche sindrome di Kanner, di tipo pervasivo a origine multifattoriale. In genere i Dsa si manifestano entro i primi tre anni di età e permangono lungo tutto l’arco esistenziale».
Il Pontificio Consiglio «si è già interessato in passato di questo argomento, con la preparazione di tre Messaggi, in occasione della Giornata mondiale dell’autismo, che si celebra il 2 aprile di ogni anno. Le persone, giovanissime, giovani ed adulte, che presentano forme gravi di tali disturbi, richiedono un enorme impegno da parte del nucleo familiare di appartenenza, del tessuto sociale, degli educatori, dei medici e di tutti gli operatori socio-assistenziali e pastorali ». Una situazione quindi che interpella direttamente anche la Chiesa.
I tre giorni di lavoro in Vaticano, organizzati insieme all’Istituto superiore di sanità di Roma, «costituiranno uno spazio di studio, approfondimento specialistico nelle diverse discipline interessate dai Dsa e di scambio di esperienze tra i luminari medico-scientifici, socio-assistenziali e pastorali di tutto il mondo».
Nella conferenza stampa di ieri sono intervenuti anche monsignor Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu e il camilliano Augusto Chendi, rispettivamente segretario e sottosegretario del dicastero; Maria Luisa Scattoni, dell’Istituto superiore di sanità italiano, coordinatrice del progetto per il riconoscimento precoce dell’autismo; e Stefano Vicari, responsabile dell’unità operativa di neuropsichiatria infantile dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Domani mattina ad aprire la conferenza sarà la Messa celebrata dal cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’economia.

di Andrea Galli

 

Condividi su Facebook