Autismo, dalla cura all'educazione: la sfida degli operatori

MILANO. Dalla "cura" all'educazione. È questa la sfida che devono affrontare gli operatori che lavorano con le persone autistiche, circa 400mila in Italia. Secondo le stime, un bambino ogni 160 ne è affetto, considerando l'intero spettro delle possibilità di autismo, dalle forme più lievi a quelle più gravi. "Bisogna lavorare sulle leggi dell'insegnamento, piuttosto che sulle pulsioni interne di una persona autistica. Permettergli di apprendere delle pratiche quotidiane è il modo più efficace per migliorare la sua vita di tutti i giorni", sostiene Lucio Moderato, psicoterapeuta Direttore dei Centri Diurni e Territoriali della Fondazione Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone (Milano). "Le prognosi con questa strategia devono essere fatte precocemente. Spostano l'attenzione dalla cura al fare in modo che l'autismo non si trasformi in disabilità", aggiunge.

È questo il cuore del convegno "Autismo: i punti fermi per la promozione dell’integrazione educativa e sociale", organizzato dalla Fondazione Istituto Sacra Famiglia all'università Cattolica di Milano oggi e domani. "L'autismo non è una patologia ma un problema esistenziale, che coinvolge non solo il sistema sanitario, ma anche quello educativo, ha bisogno di strutture di housing sociale e risposte multidisciplinari", aggiunge lo psicoterapeuta. "Dell'autismo sappiamo molto di più di quanto non riusciamo a fare – commenta Moderato – e il problema non è tanto di risorse, sempre poche ma in questo caso sufficienti. Dobbiamo spenderle solo in modo diverso, per creare dei percorsi che siano contigui ed efficaci". Come? Mettendo in rete le diverse risorse del terzo settore, in modo che la risposta alle esigenze di vita di una persona autistica siano complete e non confinate solo all'ambito medico.

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