"Bambini autistici in aumento". Allarme nelle scuole degli Usa

NEW YORK. Suona come un campanello d’allarme l’incremento del numero di casi di autismo tra i bambini iscritti alle scuole americane. A rivelarlo è il Center for Disease Control, il braccio operativo del dipartimento per la Salute degli Stati Uniti, secondo cui un ragazzino su cinquanta presenta sintomi riconducibili alla sindrome da autismo. Il dato, che si basa principalmente sulle informazioni fornite dai genitori degli alunni, è ben superiore a quello rilevato lo scorso anno quando la quota era di un bimbo ogni ottantotto.

I funzionari del Cdc, tuttavia, tengono a precisare che l’incremento non si traduce necessariamente nel fatto che l’autismo sia un fenomeno dilagante negli Usa, piuttosto indicherebbe un aumento delle diagnosi, specie tra i bambini che hanno problemi e sintomi ancora moderati o non completamente manifesti. Per decenni venivano identificati come autistici i ragazzini con mancanze molto gravi nel linguaggio e nella elaborazione concettuale, difficoltà di comunicazione, e comportamenti inconsueti e ripetitivi. Con il tempo tuttavia la categoria è stata ampliata ricomprendendo altri sintomi meno gravi e di intensità più moderata. In base a questi criteri, i dati elaborati dal Cdc rivelano che il numero di bambini affetti da autismo, nelle sue diverse forme, sono negli Stati Uniti almeno un milione. Un dato che mette in guardia il governo americano dal momento che le già limitate risorse del settore sanitario dovranno in qualche modo essere impiegate per far fronte a questa emergenza.

Del resto il precedente studio, che rivelava un caso su 88 bambini, si basava su un campione ben più ridotto, circoscritto a 14 Stati e bambini di soli otto anni. La più recente rilevazione, invece, è avvenuta su una base più ampia e offre un’istantanea decisamente più affidabile della situazione americana. «Abbiamo sottostimato il fenomeno», spiega Michael Rosanoff, di «Autism Speaks», secondo cui tra i dati più significativi che emergono c’è il fatto che ad essere affetti sono ragazzini di età superiore alla media individuata in precedenza. Una conferma di carattere pratico arriva dalla dottoressa Roula Choueri, neuropediatra del Tuft Medical Center di Boston, la quale spiega come la rilevazione rifletta quanto da lei osservato in clinica. «Spesso si tratta di bambini che tendono ad avere sintomi meno evidenti e più moderati, che hanno lievi ritardi nel linguaggio o difficoltà di ambientazione sociale», spiega la specialista secondo cui il punto nevralgico del problema è che questi problemi si acutizzano allorquando la scuola diventa più esigente e i contesti sociali si fanno più complessi.

di Francesco Semprini

---ref. Fondazione Oltre il Labirinto:
Changes in Prevalence ofParent-reported Autism Spectrum Disorder inSchool-aged U.S. Children: 2007 to 2011–2012
http://www.cdc.gov/nchs/data/nhsr/nhsr065.pdf

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