Le sfide per il futuro dell'autismo: Servizi, Visione, Ricerca

Negli ultimi vent’anni si è assistito nel mondo autismo ad un cambio di prospettive, che se da un lato hanno decisamente spazzato via credenze e falsità, citiamo la “madre frigorifero” e i vaccini tra tutte, hanno però anche aperto ad interventi educativi nell’area dell’analisi del comportamento (ABA) permettendo di migliorare in maniera importante la vita di tante persone con autismo.

Oggi le sfide sono soprattutto due. La prima è legata all’età adulta e della mancanza di servizi e la seconda è l’assenza di uno sguardo che vada oltre ai comportamenti che caratterizzano l’autismo, ma che prenda anche in considerazione la complessità biologica.

Diventare adulto e indipendente per una persona con autismo è un processo quasi impossibile. Indipendenza, lavoro, matrimonio, figli, niente di tutto questo è alla sua portata. Il concetto di speranza e di futuro diventa per i genitori un’utopia di difficilissima realizzazione con un carico a volte insopportabile di angosce e delusioni. La mancanza di strutture dedicate e di una visibilità sostenibile e dignitosa è il grande problema. Le persone adulte possono contare solo sui propri cari e niente altro.

Il secondo punto, è in ambito di modelli di ricerca interdisciplinari che si basano sulla necessità di muoversi verso una concezione più fluida, integrando genetica, ambiente ed epigenetica nel suo insieme; molti ricercatori sottolineano la profonda discrepanza tra la conoscenza scientifica e il modello di assistenza alle persone. Questo nuovo approccio allargato rappresenta una sfida scientifica importantissima per poter definire nuove strategie e nuovi trattamenti per tante persone con autismo.

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