Presunta correlazione vaccini-autismo. La smentita della comunità scientifica

ROSALBA MICELI

La ricerca per fare luce sulle cause dell’autismo segue attualmente percorsi differenti. Si indaga sulla componente prenatale ed ereditaria, come pure sulla pista “tossica” per spiegare l’esplosione della diffusione dell’autismo negli ultimi anni (in particolare l’autismo “regressivo”, non di nascita) cercando di individuare i possibili fattori tossici di natura infettiva (tossine di origine batterica), ambientali (pesticidi, metalli pesanti, ecc.) o alimentari.  

Tra le tante teorie sulle cause dello scatenamento dei sintomi autistici, è segnalata anche la “teoria della vaccinazione” elaborata a partire dai racconti di alcuni genitori di bambini autistici che descrivono come la “regressione” del loro bambino sia avvenuta improvvisamente entro ore o giorni dopo la vaccinazione. Tale teoria viene spiegata con ipotesi diverse che chiamano in causa alcune componenti del vaccino o la modulazione immunitaria indotta dalla vaccinazione, e finora non ha trovato consenso nella comunità scientifica, alimentando accesi dibattiti.  

Non è la prima volta che i tribunali si occupano della problematica in questione. Una sentenza di primo grado del Tribunale di Rimini, emessa nel 2012, aveva avanzato un nesso causale tra somministrazione del vaccino trivalente MPR (morbillo parotite e rosolia) e autismo. La sentenza aveva condannato il Ministero della Salute a risarcire i danni da vaccino a una coppia romagnola al cui bambino, vaccinato dalla Asl nel 2002, era stato diagnosticato successivamente l’autismo. Una decisione che aveva suscitato reazioni allarmate da parte di società scientifiche e associazioni mediche perché basata sul controverso articolo sui collegamenti tra vaccini e autismo scritto dal medico britannico Andrew Wakefield (poi radiato dall’albo per condotta non etica), pubblicato sulla rivista scientifica Lancet e successivamente ritirato dalla rivista stessa.  

In merito alla vicenda è intervenuta nei giorni scorsi la decisione della Corte di Appello di Bologna che, ribaltando il giudizio di primo grado pronunciato dal Tribunale di Rimini, ha escluso l’esistenza di un nesso di causalità tra vaccino trivalente e autismo, sulla base dell’ampia letteratura scientifica esistente su questo tema. «Finalmente una sentenza fondata sulla scienza» affermano in un comunicato congiunto la Società Italiana di Pediatria (SIP) e la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), che sottolineano come proprio sulla sentenza di primo grado hanno fatto leva le campagne antivaccinazione di questi anni tese a diffondere false credenze sui vaccini.  

«False credenze che, insieme alla mancata percezione dei rischi del morbillo, stanno portando ad un pericoloso calo della copertura vaccinale - spiega il Presidente della SIP Giovanni Corsello -. In Italia dall’inizio del 2014 sono stati segnalati 1.674 di morbillo, con un’incidenza pari a 2,8 casi per 100.000 abitanti. Il calo delle coperture vaccinali, oltre al rischio di possibili e gravi epidemie, ci allontana sempre di più dal raggiungimento dell’obiettivo di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, previsto dall’OMS per il 2015». Proprio di recente l’OMS ha richiamato anche l’Italia perché in ritardo sulla tabella di marcia fissata per eliminare morbillo e rosolia. SIP e FIMP evidenziano che il morbillo, seppur non considerato pericoloso, rappresenta nel mondo una delle prime cause di mortalità per malattia infettiva tra i bambini.  

«Il fatto che anche la magistratura, avvalendosi di consulenti tecnici d’ufficio competenti, certifichi che non esiste un nesso di causalità tra vaccinazione MPR e autismo, non può che essere accolta con estremo favore» commenta Giampietro Chiamenti, Presidente della FIMP.  

Condividi su Facebook