Pił fondi alle Usl, tagli al Sociale Approvato il riparto sanitario

La salute e le risorse  La giunta delibera stanziamenti maggiori a Padova, Treviso e Venezia.Il Pd ricorre al Tar: scelte mai discusse in commissione

VENEZIA - Con un blitz che ha spiazzato la commissione Sanità e anticipato la distribuzione delle risorse di settore da parte dello Stato alle Regioni, l’8 luglio scorso la giunta Zaia ha approvato il riparto del fondo sanitario 2014 tra le 24 aziende sanitarie. L’importo è superiore agli 8 miliardi e 263 milioni di euro del 2013: si tratta di 8 miliardi e 390 milioni, dei quali 8 miliardi e 56,7 milioni destinati alla copertura dei livelli essenziali di assistenza e cinquanta milioni ai piani di rientro delle Usl. Poi torna la voce degli investimenti, 70 milioni, che era stata congelata nel 2012 fino al saldo dei fornitori appena avvenuto grazie al prestito di 1,4 miliardi ottenuto dallo Stato, e debutta un capitolo di spesa riservato al nuovo ospedale di Padova: 50 milioni. E’ la prima tranche di un finanziamento triennale complessivo di 150 milioni che, assicura l’assessore alla Sanità Luca Coletto, sarà corrisposto anche qualora si dovesse passare dal project financing avviato da Palazzo Balbi per la costruzione di un complesso da mille letti a Padova ovest al «piano Bitonci», ovvero l’abbattimento dell’esistente sul quale realizzare un plesso più moderno. Tornando al quadro generale, la Regione ancora una volta punta a evitare passivi, disponendo una quota «accentrata» di 198,5 milioni a sostegno soprattutto del ripiano di conti che, come ogni anno, restano in rosso. Recita la delibera approvata dall’esecutivo Zaia: «Eventuali risorse finanziarie che emergeranno a seguito del riparto nazionale si propone siano assegnate alle aziende sanitarie prioritariamente per il completo finanziamento dei piani di rientro. Successivamente ulteriori disponibilità potranno essere destinate alle aziende che presentano i maggiori disavanzi e sono particolarmente esposte verso i propri fornitori, al fine di minimizzare il carico degli interessi passivi per il ritardato pagamento sul bilancio del Sistema sanitario regionale; all’ulteriore finanziamento dei piani di investimento approvati». Il riparto 2014 assegna più soldi alle aziende. La parte del leone resta all’Usl 16 di Padova, la più grande del Veneto con 500 mila utenti, che riceve 772,9 milioni contro i 769 del 2013. Seguono l’Usl 20 di Verona, che sale da 725,2 a 729,5 milioni; l’Usl 9 di Treviso, che pur non avendo disavanzi porta a casa sette milioni in più (da 639,2 a 646), centrando un record; L’Usl 12 veneziana con 552,3 milioni (erano 549,6) e la 1 di Belluno, che passa da 235 a 237,8 milioni. E poi c’è il Sociale, che a differenza della sanità perde risorse: il Fondo per la non autosufficienza ammonta a 722,9 milioni circa, meno 29,3 di accentrata, per un totale da distribuire alle Usl di circa 693,4 milioni. Nel 2013 erano 721. «Come Pd faremo ricorso al Tar, perché la giunta ha deliberato il riparto senza passare per il parere della commissione Sanità, obbligatorio per legge almeno per quanto riguarda il Sociale - sbotta Claudio Sinigaglia, vicepresidente Pd della commissione - Non si può sempre tagliare, qua si tolgono 2 milioni ai Ceod (i centri diurni per i disabili ndr), 5 ai servizi innovativi a sostegno dell’handicap e molti fondi agli anziani». La replica non si è fatta attendere: «Una delibera del dicembre 2012, passata dopo il parere favorevole della commissione, dà alla giunta il potere di approvare riparti provvisori per gli anni 2013, 2014 e 2015 - controbatte Luca Coletto, assessore regionale alla sanità in quota Lega -. Questo è provvisorio, ma necessario a dare un indirizzo di spesa ai direttori generali, in attesa del riparto statale. Che è al vaglio e che, grazie alla battaglia ingaggiata dalle Regioni, incrementa le risorse da 104 a 109,9 miliardi, anche in virtù dell’aumento annuale del 4% della spesa sanitaria. Una boccata d’ossigeno, che speriamo non venga vanificata dal governo con tagli dell’ultima ora». E ancora: «Quanto al sociale, nessuna tragedia, si può stralciare dalla delibera approvata e portarlo in commissione entro l’inizio di agosto: abbiamo dovuto anticiparlo perché viene pagato sempre con i soldi della sanità. Il Fondo per la non autosufficienza, poi, perde circa 28 milioni per colpa dei tagli operati dallo Stato, non dalla Regione». Michela Nicolussi Moro

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