I disabili dopo la scuola destinati all'invisibilitā: lavora solo il 31,4% dei ragazzi Down e il 10% degli autistici

I disabili dopo la scuola sono destinati all'invisibilità. Ancor oggi, attesta il Censis, dopo la scuola ha il lavoro solo il 31,4% dei ragazzi Down con più di 24 anni e appena il 10% degli autistici over 20. Intanto, però, i disabili aumentano di numero, ma sotto traccia. Secondo le stime del Censis il 6,7% della popolazione è disabile, un totale di 4,1 milioni di persone che nel 2020 raggiungeranno i 4,8 milioni (7,9% della popolazione) e nel 2040 saliranno a 6,7 milioni (il 10,7% della popolazione). Un universo quello della disabilità che stenta ad uscire dal cono d'ombra che non riguarda solo le statistiche (i dati dell'Istat sono fermi al 2005), ma interessa anche l'immaginario collettivo. Un italiano su quattro afferma che non gli è mai capitato di avere a che fare con un disabile e due italiani su 3 pensano alla disabilità solo come a una limitazione di movimenti, mentre in realtà la disabilità intellettiva è la più diffusa in età evolutiva e rappresenta un fenomeno quasi rimosso dalla gente.

Sono 48mila le persone Down e 500mila gli autistici 
Qualche dato. In Italia ci sono circa 48mila persone con sindrome di Down, di cui solo il 21% ha meno di 14 anni. È al 66% e rappresenta la fascia di età più ampia, quella fra i 15 e i 44 anni, mentre il 13% ha oltre 44 anni. L'aspettativa di vita per chi è portatore della sindrome di Down è di 61,6 anni per i maschi e di 57,8 anni per le femmine. Gli autistici in Italia secondo le stime sarebbero circa 500mila, pari all'1% della popolazione. La risposta del welfare in Italia è affidata, sia pur in modo informale, alle famiglie, spesso coinvolte nella marginalità e nell'isolamento che vivono i disabili. Nella minore età le famiglie possono contare sull'inclusione scolastica, che «pur con tutti i suoi limiti e difficoltà - spiega il Censis - rappresenta un'importante occasione di inclusione sociale».

Cresce il numero dei disabili in classe 
Intanto nelle scuole statali cresce il numero dei ragazzi disabili che erano 202.314 mell'anno scolastico 2012/2013 e 209.814 nell'anno 2013/2014. Aumentato anche il numero dei docenti di sostegno dai 101.301 del 2012/2013 ai 110.216 del 2013/2014 (+8,8%). Secondo un'indagine del Censis, i bambini Down in età prescolare che frequentano il nido o la scuola dell'infanzia sono l'82,1%, tra i 7 e i 14 anni l'inclusione scolastica raggiunge il 97,4%, ma già tra i 15 e i 24 anni la percentuale scende a poco meno della metà, anche se l'11,2% prosegue il percorso formativo a livello professionale. Tra i ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico, fino a 19 anni è il 93,4% a frequentare la scuola, ma il dato scende al 67,1% tra i 14 e i 20 anni, e arriva al 6,7% tra chi ha più di 20 anni.

Dopo la scuola, tutti a casa 
E poi? Tutti a casa. Dopo la scuola, infatti, gli adulti Down e autistici scompaiono nelle loro case, con pochissime opportunità di inserimento sociale e di esercizio del loro diritto alle pari opportunità. Nel mondo del lavoro l'inclusione è pressoché inesistente. Ha un lavoro solo il 31,4% delle persone Down over 24 anni. E la maggioranza di quelli che lavorano (oltre il 60%) non è comunque inquadrata con contratti di lavoro standard. Nella maggior parte dei casi lavorano in cooperative sociali, spesso senza un vero e proprio contratto. In oltre il 70% dei casi non ricevono nessun compenso o ne percepiscono uno minimo, comunque inferiore alla normale retribuzione per il lavoro che svolgono. Ancora più grave è la situazione per le persone autistiche: a lavorare è solo il 10% degli over 20.

I disabili adulti sono a carico delle famiglie 
I disabili adulti rimangono in carico alla responsabilità delle loro famiglie, con sostegni istituzionali limitati, focalizzati quasi esclusivamente sul supporto economico. In Italia la spesa per le prestazioni di protezione sociale per la disabilità, cash e in natura, è pari a 437 euro pro-capite all'anno, superiore solo al dato della Spagna (404 euro) e molto inferiore alla media europea di 535 euro (il 18,3% in meno). I genitori delle persone autistiche e delle persone Down spendono nell'assistenza diretta e nella sorveglianza complessivamente 17 ore al giorno. La valorizzazione economica di questo tempo vale circa 44.000 euro per famiglia nel caso delle persone Down e circa 51.000 euro per le persone affette da disturbi dello spettro autistico. 

Aumenta il senso di abbandono delle famiglie 
Aumenta il senso di abbandono delle famiglie e cresce la quota di quelle che lamentano di non poter contare sull'aiuto di nessuno pensando alla prospettiva di vita futura dei propri figli disabili. Mentre tra i genitori di bambini e ragazzi Down fino a 15 anni la quota di genitori che pensa a un «dopo di noi» in cui il proprio figlio avrà una vita autonoma o semi-autonoma varia tra il 30% e il 40%, tra i genitori degli adulti la percentuale si riduce al 12%. La quota di genitori di bambini e adolescenti autistici che prospettano una situazione futura di autonomia anche parziale per i loro figli (23%) si riduce ancora più drasticamente (5%) tra le famiglie che hanno un figlio autistico di 21 anni e più.

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