L'autismo non è correlato al vaccino colpisce i bimbi quando sono ancora feti

Nel novembre 2011 la rivista "Nature" lo definì un enigma. Più di due anni dopo, l'autismo è ancora un male misterioso. E tanti interrogativi restano aperti sulle sue vere cause. A cercare risposte s'è appena avventurata anche la Procura di Trani, con un'inchiesta - molto discussa - sul presunto legame tra questo disturbo e il vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia. Una vecchia teoria. Anzi, per la gran parte della comunità scientifica, una leggenda metropolitana. «Centinaia di studi mostrano come ad essere preponderanti nell'autismo siano fattori genetici. Della correlazione con i vaccini, invece, non c'è alcuna prova».

A confermarlo a La Stampa è Eric Courchesne, neuroscienziato dell'Università di San Diego, tra i pionieri della ricerca su questa materia.

Con involontario tempismo, proprio ieri Courchesne e il suo staff hanno fornito l'ideale risposta all'indagine di Trani. Il loro nuovo studio - pubblicato sul "New England Journal of Medicine" - colloca infatti la probabile origine dell'autismo nel grembo materno. Prima della nascita e dunque ben prima di ogni genere di vaccino. «È un lavoro che ha richiesto nove anni - spiega lo studioso - e che, unito ad altri, rafforza l'ipotesi di un'origine pre-natale dell'autismo. Oggi siamo molto più vicini a una soluzione». 

L'indagine californiana si è concentrata sull'analisi genetica dei tessuti cerebrali di bambini, autistici e non, morti in un'età compresa tra 2 e 15 anni. Frutto della generosa donazione delle famiglie, i campioni hanno dato risultati importanti: in 10 casi su 11, il cervello dei bimbi autistici presentava anomalie e "macchie" nell'organizzazione dei neuroni nella corteccia cerebrale. Nel cervello dei bambini non autistici quelle anomalie c'erano solo in un caso su 11.

Ciò che conta è che l'organizzazione della corteccia cerebrale prende forma durante il secondo trimestre della gravidanza. «Per i bimbi autistici qualcosa dev'essere andato storto in quella fase o prima», spiega Courchesne. «La corteccia è come una torta con sei strati uno sopra l'altro, ciascuno con il suo specifico tipo di cellule. Le anomalie che abbiamo trovato nel cervello dei bambini autistici riguardano proprio le parti deputate alla socialità e al linguaggio e questo apre scenari molto interessanti».

La cautela resta d'obbligo per le dimensioni dello studio, che ha preso in esame solo 22 soggetti. Gli scienziati americani lo replicheranno su più larga scala. «La sfida - rivela l'esperto - sarà capire cosa esattamente, durante la gravidanza, faccia scattare quelle anomalie a livello della corteccia. Andrà capito se altri fattori concorrano con quelli genetici: fenomeni intra-uterini che interessino il sistema immunitario, come virus, tossine o elementi ambientali».

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