La bicicletta solidale Hugbike

Pedalare, abbracciare, sostenere: due ruote per una mobilità di spirito (per chi non può muoversi).

Lui pedala come un folle sbirciando la strada tra la massa di capelli che si muove nel vento, lei sta seduta sul manubrio come una damina di inizio secolo. Il metodo di pedalata più romantico sta per essere spodestato da una bicicletta che ha trovato il modo di far viaggiare abbracciati senza rischiare di perdere l'equilibrio precario di cui sopra. Nasce Hugbike, la prima due ruote dove il guidatore è seduto posteriormente al passeggero abbracciandolo. E sostenendolo.

Niente strane posizioni "alla" Twister quanto un progetto nato per semplificare la vita a chi non ha la completa mobilità articolatoria, soprattutto pensato e realizzato da giovani autistici del villaggio Cohousing 4 Autism di Godega Sant'Urbano di Treviso (e sviluppato dalla cooperativa sociale Opera della Marca) che con la costruzione di questa bicicletta entrano nel mercato del lavoro. Emozionato dall'iniziativa anche un testimonial che sa quanto (e come) le braccia influiscano nella vita, Juri Chechi, che al lancio ufficiale della Hugbike ha commentato «è un progetto meraviglioso perché ora la bici è in grado di portare grandi emozioni anche alle persone disabili». La bici-che-abbraccia è già disponibile per essere ordinata sul sito, sponsorizzata da una campagna che la suggerisce anche per portare sulle due ruote i bambini. Specie in città che non hanno ancora capito l'urgenza di rendere più sicure le strade per i ciclisti.

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