Per gli studenti disabili a scuola c'è Fido in cattedra

La Stampa del 15-02-2012 - Per gli studenti disabili a scuola c'è Fido in cattedra

TRONZANO. Anita è un border collie di 9 anni. È stato preso dal canile quando era cucciolo, lo hanno addestrato in fase di crescita e ora risponde a qualsiasi comando impartito dalla sua padrona, Silvia Torgano. Lui, forse, non se ne rende conto: è tutto un gioco. Per quattro bambini della scuola elementare di Tronzano, invece, è uno strumento di contatto con la realtà.

Nicolò, Chiara, Vincenzo, Lorenzo: ognuno di loro è affetto da una disabilità, talvolta più marcata, in altri casi meno visibile. Hanno tutti dai 6 agli 11 anni, e da novembre fanno Pet Therapy una volta a settimana. Silvia e la sua Anita fanno parte dell'associazione «Dei dell'acqua», una onlus fatta da volontari, che in collaborazione con il dottor Panella dell'Asl di Vercelli, si dedica alla promozione di una corretta educazione cinofila, svolgendo incontri e lezioni interattive con i bambini delle scuole elementari e medie.

In questo caso aiutano studenti affetti da iperattività, sindrome di Down e autismo. Quella di Tronzano è l'unica scuola in provincia che ha adottato questo programma particolare, che viene messo in pratica lì, tra i corridoi dell' istituto. Si parte con piccoli gesti, per prendere man mano confidenza con il cane, «che fin dall'inizio sembrava aver capito che davanti a lui aveva ragazzi particolari», spiega Silvia. «Tra i due, ad avere il ruolo attivo è Anita. Spesso, per gli insegnanti, è difficile prendere contatto, comunicare con loro», spiega la padrona. Lo scopo è diverso per ognuno dei 4 bambini: per Vincenzo, 6 anni, iperattivo, il cane serve ad imporgli delle regole, e per aiutarlo nei suoi problemi di memoria. Con l'aiuto del cane, Chiara, 12 anni, affetta da una sindrome grave, riesce a tamponare manifestazioni eccessive e a compensare il deficit manuale sinistro. Lorenzo è affetto da sindrome di Down: lui, più di tutti, dimostra una straordinaria confide! nza con il quattrozampe. Anita contribuisce a creare maggiormente un contatto con il mondo esterno. Lo accarezza, gli fa le coccole, si prende cura. Il pelo bianco e nero di Anita favorisce anche una visione più nitida ai bambini ipovedenti. Un altro «dio» dell' acqua, un terranova, completamente nero, serve ai piccoli per vincere le loro paure. «Se riescono a condurre un grosso animale nero - dice Silvia - cresce in loro l'autostima». A piccoli passi, ma i risultati si ottengono. «Gli atteggiamenti positivi, tenuti con il cane, andranno via via a solidificarsi nei disabili: si pongono delle basi per la loro vita futura». Basi che passano attraverso piccoli gesti, come agganciare il guinzaglio, lanciare una pallina da tennis o spazzolare il pelo. Nicolò, affetto da autismo, ha un particolare rapporto con il cane. «Dal primo momento che l'ha visto - dice Silvia - ha cominciato a leccarlo, come se avesse capito tutto». Vincenzo, invece, ha costruito un chicane con le s! edie, da attraversare con il guinzaglio il mano. Anita, il «cane bicolore», lo aiuta a memorizzare meglio il percorso.

di Roberto Maggio

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