"Musica per vivere", l'autismo incontra la musica al Conservatorio di Frosinone

FROSINONE. E’ stato avviato in via sperimentale coinvolgendo un solo ragazzo, per poi ampliarsi a tre persone il progetto del Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone “La musica per vivere”. Si tratta di un progetto per l’integrazione e l’inserimento di tre giovani autistici (sindrome di Asperger) attraverso lo studio della musica, con la finalità di facilitare i processi di armonizzazione interna e l’arricchimento delle relazioni sociali. Un progetto che vede un primo avvio nel 2010, ideato dall’educatrice musicale e musico-terapista Viviana D’Ambrogio e che, grazie all’impegno dell’allora presidente del Conservatorio Tarcisio Tarquini, ha trovato reti e sinergie tra pubblico e privato (dalla Asl a Provincia e Comune alle associazioni Pianeta giovani e Asperger onlus) e il finanziamento della Fondazione Roma terzo settore al quale si aggiungono, in diverse forme, i contributi di famiglie e docenti. La responsabilità scientifica è del dottore Ettore Del Greco, psichiatra e psicoanalista della Società italiana di psicoanalisi. La prima fase del progetto si è svolta presso la biblioteca pubblica di Frosinone, dove ragazzi ed esperti hanno avuto il primo contatto, sotto la guida del responsabile scientifico, lo psichiatra Ettore Del Greco. Sono state valutate le preferenze e la propensione di ogni allievo che poi ha potuto scegliere il proprio strumento. La seconda fase si è svolta in Conservatorio, dove i ragazzi sono stati seguiti da esperti, psicologi, educatori musicali e da docenti interni. “Ognuno è stato seguito individualmente, come del resto accade spesso nel percorso di studi al Conservatorio” viene specificato dai promotori dell’iniziativa. Un “contesto di normalità”, dunque, alla fine del quale i ragazzi si sono anche cimentati in diversi saggi.

Quali le finalità scientifiche del progetto? “La prima integrazione all’interno della persona avviene tra corpo e mente - spiegano gli esperti promotori del progetto -, intendendo con corpo il mondo sensitivo-emozionale e con mente la capacità di rappresentarlo in forme astratte”. Quando qui qualcosa non funziona come nel caso del disturbo autistico, il linguaggio musicale può essere un grande aiuto. “Infatti nella musica, intesa in senso generale, ci troviamo di fronte a un fenomeno su base fisico-sensoriale ed emozionale, che per essere espresso necessita di una forma rappresentativa comunicabile – proseguono gli esperti -. Al tempo stesso la rappresentazione musicale, astratta, per avere senso compiuto deve farsi suono, investire la fisicità”. Un “potenziale integrativo e terapeutico”, quindi, ha in sé lo studio della musica, prezioso in casi di grave disarmonia nel rapporto interno emozioni-pensiero: “Richiede e impegna una continua oscillazione nelle due direzioni, pensiero-emozione ed emozione-pensiero, e un continuo rimando dal segno (nota, pausa, abbellimento etc.) alla sua realizzazione fisica”. Pertanto “uno stato emozionale o un insieme di sensazioni inizialmente disorganizzate possono trovare senso, espressione e comunicazione nella forma musicale”. Insomma, ne sono convinti i promotori, è una opportunità per “ragazzi disarmonici” di usare la musica per recuperare una rapporto “più ricco” con se stessi e il mondo.

I risultati finali attesi sono importanti: rafforzare le abilità dei soggetti disabili, migliorare la qualità della vita, favorire l’espressione individuale, stimolare la creatività, favorire l’integrazione nel gruppo lavorando sul filtro affettivo, stimolare la creatività nella produzione di nuovi messaggi, favorire l’ascolto dell’espressione altrui, sviluppare valori umani, motivare alla conoscenza dell’altro e migliorare il comportamento adattivo. Di questi aspetti si discuterà in occasione del convegno che si terrà il 20 settembre al Conservatorio di Frosinone, al quale parteciperanno esperti, tecnici, musicisti e genitori. Si parlerà anche della possibilità di proseguire con l’esperienza, magari coinvolgendo altre persone con disturbi dello spettro autistico.

Condividi su Facebook