Prelievo negato al ragazzino autistico: «E' troppo pericoloso»

MELZO. Il ragazzino autistico non può fare l'esame del sangue perché è... pericoloso. Ha dell'incredibile quanto successo giovedì mattina a Giovanni Biscaro, residente in città, che si è recato all'accettazione del Santa Maria delle Stelle per prenotare un esame per il figlio Federico , 14 anni, affetto da autismo da quando ne aveva soltanto 2. Il ragazzino, secondo quanto prescritto dalla sua neuropsichiatra di Cassina de' Pecchi, avrebbe bisogno di un farmaco particolare per la somministrazione del quale, però, serve un esame del sangue che accerti la compatibilità del paziente con il medicinale. Nulla di strano, e quindi il padre si è presentato agli sportelli di viale Gavazzi con l'impegnativa del medico e il figlio, pensando di poter fare l'esame. Ma qui è arrivata la doccia gelata. «Sulla richiesta del dottore c'è scritto che il ragazzo soffre di aggressività, ma è normale, il farmaco serve proprio per quello - ha spiegato il genitore - Basta essere lì presenti in due o tre e tenerlo tranquillo che lui sta buono. Insomma, non ci vuole nulla di straordinario». Ma, evidentemente, in ospedale non la pensavano alla stessa maniera. Perché, dopo aver chiesto lumi al reparto di Psichiatria, hanno risposto picche. «Mi hanno detto che a Melzo non erano in grado di sottoporre il ragazzo a un normale prelievo e mi hanno consigliato di portarlo al San Paolo», ha raccontato Biscaro. E a nulla sono valse le sue insistenze, tanto che, di fronte a un no reiterato il padre si è convinto a rivolgersi altrove. E' salito in macchina con il figlio e lo ha portato al San Raffaele di Segrate. «Qui sono bastati 10' e la buona volontà di due infermiere per fare tutto quanto - ha concluso - Quello che mi domando io è se è mai possibile che un ospedale come quello di Melzo, con un reparto di Psichiatria e con strutture che dovrebbero essere all'avanguardia, non sia in grado di fare un semplice prelievo di sangue a un ragazzino. Ci siamo sentiti discriminati».

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