Novità della Fondazione Oltre il Labirinto
Struttura per l’autismo. Nuzzo: «Così cambia il modo di fare welfare»
ìTERAMO. Il nuovo welfare dell’era post crisi da debito sovrano comincia da qui: dal Centro per l’autismo e dalla casa famiglia «La Dimora» di Via Taraschi a Teramo, strutture ospitate all’interno dell’ex ospedaletto: due opere finanziate da enti, associazioni e fondazioni in un nuovo modo di fare solidarietà. «Queste erano strutture che nessuno avrebbe potuto realizzare se non ci fossimo coalizzati», annuisce il presidente della Fondazione Tercas, Mario Nuzzo, in occasione della XII Giornata nazionale della Fondazione. «La vecchia maniera di mantenere il sociale non può più funzionare perché non ci sono più le risorse».
Per Nuzzo le due strutture teramane sono un esempio calzante in cui enti pubblici (la Regione Abruzzo in primis) e privati, danno una risposta importante ad un bisogno «riuscendo pure a mantenere la coesione sociale in un settore come quello sanitario». La Dimora, finanziata all’80% dalla Regione Abruzzo e al 20% dalla Fondazione Tercas, è dedicata all’accoglienza ed assistenza di persone diversamente abili prive del sostegno famigliare sul modello del cosiddetto «Dopo di noi» («chi si prenderà cura di mio figlio quando non ci saremo più?»). E’ organizzata su due livelli e può ospitare 10 utenti oltre un nucleo familiare ristretto per complessivi 24 posti letto mentre il Centro psico educativo gestito dall’Anffas, finanziato per intero dalla Fondazione, tratta i disturbi dello sviluppo e della sindrome dello spettro autistico. «Teramo era carente sotto questo punto di vista» segnala il governatore Chiodi che ne approfitta per decretare la morte del welfare state. «Bisogna costruire un nuovo modello di welfare perché quello di stampo europeo è saltato, è insostenibile – prosegue Chiodi - ha creato un debito gigantesco». Il Centro psico educativo, opera quindi terminata, non riesce però ancora a partire perché lo stato di commissariamento della sanità regionale non permette di autorizzare l’esercizio e dunque di accreditare nuove iniziative.
di Maurizio Di Biagio