Nuovo progetto di In Job per un lavoro ai disabili

VERONA. «In tempo di crisi il mercato assume i migliori e la competizione è sempre più forte: noi abbiamo deciso di occuparci anche dei talenti che hanno delle difficoltà». Carlo De Paoli, presidente di In Job, agenzia per il lavoro, spiega così il progetto sociale «Creare il posto giusto per la persona giusta», presentato ieri nel nuovo Career Center di via Roveggia.
Nato dalla collaborazione con la Fondazione Più di un Sogno Onlus, vuole favorire l´inserimento lavorativo delle persone con disabilità intellettiva affiancando loro ma anche l´impresa che si assume questo impegno. «È un progetto che trasmette le caratteristiche di questo territorio», ha commentato Andrea Bolla, presidente di Confindustria Verona, «ci sono tanti imprenditori capaci, in grado di trasmettere determinati valori, attenti anche all´aspetto umano. È fondamentale poi la presenza di un terzo settore che si mette in gioco dal punto di vista imprenditoriale. Il risultato», ha concluso Bolla, «è un progetto sostenibile all´interno dell´azienda e capace di dare grande conforto alle famiglie che hanno figli disabili, che in questo modo possono diventare economicamente autonomi».
Il progetto prevede un´analisi del posto occupazione da coprire e, successivamente, la creazione all´interno della Fondazione di un ambiente protetto nel quale il disabile può acquisire le competenze necessarie. Dopo l´inserimento, è prevista sia l´assistenza della persona neoassunta sia l´affiancamento all´azienda e quindi ai nuovi colleghi, che dovranno essere in grado di accogliere e lavorare insieme al disabile. «Sono due i risultati finali da ottenere», ha sottolineato De Paoli, «l´integrazione e la produttività».
«Ogni ragazzo», ha aggiunto Luisa Spiniella, presidente della Fondazione Più di un Sogno Onlus, «nasconde importanti potenzialità, cerchiamo di individuarle e svilupparle per permettere alle imprese di usufruire di un´importante forza lavoro». E Massimo Castellani, segretario provinciale della Cisl ha concluso: «Credo che il lavoro dei disabili non vada misurato con il metro con cui misuriamo il lavoro di tutto, un metro che punta solo sull´efficienza e sulla velocità. La dimensione di queste persone ci porta a una maggiore umanità che dovremmo prendere ad esempio, imparando molto da loro».

di Francesca Lorandi

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