Obiettivo: insegnare abilitą di vita. Una «famiglia» per i bimbi autistici

BRESCIA. «Mi ha guardata negli occhi ed ha capito quello che le stavo dicendo». È emozionata, la mamma della piccola di appena sei anni che da un anno frequenta il Centro abilitativo per minori «Francesco Faroni». La bimba, affetta da disturbi dello spettro autistico, non prestava attenzione all'ambiente esterno ed avevo lo sguardo assente, come se fosse altrove. Il dolore dei genitori ha trovato una fonte di speranza nel nuovo Centro sperimentale della Fobap a marchio Anffas, di cui è responsabile Simone Antonioli, che ieri è stato inaugurato nella nuova e futuristica sede di via Duca degli Abruzzi 8/u. Mentre Roberta, la madre, raccontava il percorso della sua figlioletta, gli occhi di Maria Villa Allegri, presidente della Fobap a marchio Anffas, si sono inumiditi. È l'amore verso chi soffre, per lei che ha trascorso tutta la vita a battersi per i diritti delle persone con disabilità; è la passione per un impegno che è anche obiettivo di vita. È grazie a lei, alla sua insistenza e alla sua caparbietà, che alla fine del 2010 la Regione Lombardia ha approvato il progetto triennale presentato da Fobap onlus in rete con l'Asl di Brescia, l'Ufficio scolastico provinciale e la Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'Ospedale Civile diretta da Alessandra Tiberti. Certo, ci sono stati molti aiuti. Ma non sarebbe accaduto, se non fossero stati stimolati, sollecitati. Se non avessero visto nel progetto sperimentale una realtà che ha saputo, addirittura in anticipo rispetto alla pubblicazione delle linee-guida sull'autismo a cura dell'Istituto superiore di sanità, affrontare il problema dello spettro autistico che colpisce un numero crescente di bambini in modo scientificamente valido. E validato.
L'aiuto economico dell'Associazione «Amici di Francesco onlus», che porta il nome di un ragazzino tragicamente scomparso nel 1999 e che, grazie alla sua famiglia - ieri è intervenuto il padre Maurizio - continua a vivere nello sguardo e nel sorriso dei 23 bambini - dai due ai 16 anni - che frequentano il Centro. L'aiuto della Fondazione «conte Gaetano Bonoris» - è intervenuto il presidente Mario Taccolini - che sostiene la formazione altamente qualificata degli operatori che lavorano al Centro insieme ai piccoli. Con lei, la Fondazione Umana Mente.
Ancora, l'aiuto della Regione. «Il periodo di sperimentazione sta dando ottimi frutti e la Lombardia sta proseguendo proprio sulla strada dell'innovazione: a questo proposito, per il 2011 ha messo a bando 38 milioni di euro per progetti di sperimentazione e credo ci siano ottime ragioni per essere ottimisti sul futuro del Centro della Fobap che, peraltro, dà risposte a bisogni finora non sufficientemente coperti come quello della cura dei disturbi del comportamento e dello spettro autistico» ha detto l'assessore regionale Margherita Peroni.
A questo proposito, ci piace citare le parole di Paolo Zampiceni, padre di un ragazzo adolescente affetto da autismo che, ieri, ha ricordato come «l'autismo rimane, ma cambia sempre». Cambia con la crescita, presentando problemi e aspetti sempre nuovi. «Come genitori, quel che abbiamo accolto con grande favore nell'impostazione del Centro è la volontà e la capacità di ascoltarci e di capire insieme cosa è meglio per la crescita dei nostri figli».
Il Centro fa proprio l'approccio cognitivo-comportamentale, metodolofia efficace e scientificamente comprovata in riferimento ai disturbi dello spettro autistico. Obiettivo: insegnare «abilita di vita». 

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